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MARIO GANDINI RAFFAELE PETTAZZONI NEGLI ANNI 1937 ...

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Pettazzoni 6-11-2007 8:57 Pagina 121<br />

tricefale: il giovane studioso segnala a Pettazzoni il tappeto di Skog che risale al Duecento e<br />

il tricipite di un salterio russo del XIV secolo; ora sta preparando una o più pubblicazioni<br />

sulla religione etrusca; il nostro storico delle religioni evidentemente apprezza l’ospite e<br />

accenna alla proposta di candidarlo a membro dell’Istituto di studi etruschi.<br />

L’Hanfmann farà poi pervenire da Cambridge (Mass.) a Pettazzoni l’estratto del suo<br />

recente lavoro Studies in Etruscan Bronze Reliefs. The Gigantomachy, The Art Bulletin, 19<br />

(<strong>1937</strong>), 463-484, e due recensioni; lo informerà inoltre di un articolo, che vedrebbe volentieri<br />

pubblicato negli SMSR, su un bronzetto di Eracle avente l’iscrizione Abraxas; la cosa<br />

non avrà seguito; con l’Hanfmann Pettazzoni avrà rapporti anche nel dopoguerra ( 23 ).<br />

Tra ottobre e novembre il nostro storico delle religioni ha un frequente scambio epistolare<br />

con studiosi del Warburg Institute di Londra (ne tratteremo più avanti).<br />

Nella prima settimana di novembre egli riceve una lettera da Giovanni Brusin, già direttore<br />

del Museo archeologico di Aquileia, dal 1936 soprintendente alle antichità di Padova<br />

con giurisdizione sulla Venezia Giulia, sulla Venezia Euganea e Tridentina e sulla<br />

Lombardia: desidera conoscere l’autorevole avviso del nostro storico delle religioni circa<br />

l’interpretazione di un bassorilievo nel quale è rappresentato un uomo colpito dal fulmine trifidum<br />

o trisulcum di Giove mentre solleva la tunica; l’ostentazione del phallus sarebbe un<br />

gesto profilattico o apotropaico volto a scongiurare il pericolo; il Brusin pensa, per analogia,<br />

al costume vigente in qualche contrada d’Abruzzo, dove le donne contro le nubi minacciose<br />

sollevano le gonne a mostrare il deretano. Della risposta di Pettazzoni sono conservate soltanto<br />

alcune righe della minuta: la mancanza di qualsiasi traccia d’iscrizione rende difficile<br />

pensare a un monumento di carattere votivo, potrebbe trattarsi di una rappresentazione mitologica,<br />

del mito di Zeus che fulmina Asclepius per punirlo d’aver risuscitato dei morti; ma<br />

ciò non spiega l’elemento fallico... Da una successiva lettera del Brusin apprendiamo che il<br />

nostro storico delle religioni gli ha segnalato una notizia tratta da Ateneo; la scena verrà<br />

interpretata come ammonimento a non contaminare con sozzure un luogo sacro: Giove lancia<br />

i fulmini che, in numero di tre, colpiscono il malcapitato mortale sorpreso da un bisogno<br />

naturale irrefrenabile... ( 24 ).<br />

Il 7 novembre viene riaperta agli studiosi (soltanto il sabato, dalle 10 alle 16) la biblioteca<br />

del Museo di etnografia italiana in Tivoli (Villa d’Este) recentemente riordinata: la cosa<br />

interessa certamente Pettazzoni, sempre alla ricerca di pubblicazioni necessarie per i suoi<br />

studi; a Tivoli potrebbe trovare, per esempio, tra i libri e le riviste di arte popolare qualche<br />

notizia su immagini tricefale della Trinità cristiana.<br />

Il 9 novembre egli incontra ancora una volta von Bissing (ne parliamo più avanti).<br />

Venerdì 19 novembre egli partecipa, alla Farnesina, all’adunanza della Classe delle scienze<br />

morali e storiche, durante la quale Orestano, nella sua qualità di presidente del Convegno<br />

Volta 1938, dà informazioni sul Convegno stesso e distribuisce il programma a stampa ed un<br />

primo elenco delle persone da invitare; vengono poi nominati i rappresentanti della Classe<br />

presso le altre per l’assegnazione dei Premi Mussolini 1938 ed esaminate domande e proposte<br />

varie.<br />

Sabato 20 novembre è a Roma Carlo Anti, il quale tiene una conferenza sulla scenografia<br />

di Eschilo presso l’Istituto nazionale del dramma antico in Via Giustiniani 5; non sappiamo<br />

se Pettazzoni va a salutare e ad ascoltare l’amico.<br />

Alla fine di ottobre egli ha ricevuto dalla Commissione nazionale per la cooperazione<br />

intellettuale l’invito a collaborare ad un volume dal titolo Italia e Grecia; per rispondere ad<br />

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