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Apocalisse, il giorno dopo - Baskerville

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D ANELE P UGLIESE, APOCALISSE, IL GIORNO DOPO<br />

Terra è stata devastata dalle radiazioni e nessuno dei<br />

superstiti ha più memoria della società precedente, mentre<br />

quelli scampati all’olocausto nucleare de L’ultima spiaggia,<br />

(On the Beach, 1957) di Nev<strong>il</strong> Shute, vivono, ma solo in<br />

attesa della fine totale.<br />

Livello 7 (1959) di Mordecai Roshwald, è <strong>il</strong> diario di uno<br />

dei testimoni della distruzione nucleare dell’umanità, così<br />

come Addio, Bab<strong>il</strong>onia (Alas, Babylon) di Pat Frank, pubblicato<br />

nello stesso anno, fa narrare lo scoppio della guerra<br />

nucleare da un remoto paesino della Florida.<br />

Sempre del 1959 è Un cantico per Leibowitz (A Canticle for<br />

Leibowitz) di Walter M. M<strong>il</strong>ler, che narra di una umanità<br />

riuscita a recuperare le conoscenze perdute e a sv<strong>il</strong>upparsi<br />

nuovamente <strong>dopo</strong> la distruzione di una guerra nucleare,<br />

ma proprio questa conservata esperienza, la fa ricadere alla<br />

fine negli errori del passato e precipitare in un nuovo<br />

olocausto.<br />

Torna un virus maledetto in Il grande contagio (The Darkest<br />

of Nights, 1962) di Charles Eric Maine. La diffusione<br />

dell’epidemia distrugge solo metà della popolazione e<br />

scatena una rivolta generalizzata contro i governi, che<br />

sfocia in una altrettanto disastrosa guerra civ<strong>il</strong>e.<br />

Lo spettro di una caduta in cattive mani degli arsenali<br />

nucleari che anima anche <strong>il</strong> già citato Missione Goldfinger di<br />

Ian Fleming del 1959, è al centro di <strong>Apocalisse</strong> tascab<strong>il</strong>e (A<br />

Small Armageddon, 1962) di Mordecai Roshwald, dove<br />

l’equipaggio di un sottomarino nucleare fa ammutinamento<br />

e si impossessa del mezzo con tutte le sue armi,<br />

mettendo sotto ricatto nucleare le nazioni.<br />

Del 1963 è Il pianeta delle scimmie (La planète des singes,<br />

1963) di Pierre Boulle, che ha ispirato la fortunata serie di<br />

f<strong>il</strong>m di cui si è detto e che si avvale dell’idea che l’apocalisse<br />

riconduca l’umanità alla specie da cui deriva, invertendo<br />

l’ordine dell’evoluzione ottimistica su cui ha poggiato <strong>il</strong><br />

positivismo.<br />

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