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Apocalisse, il giorno dopo - Baskerville

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D ANELE P UGLIESE, APOCALISSE, IL GIORNO DOPO<br />

politico: meglio sacrificare la propria persona che non la fedeltà allo<br />

spirito.<br />

Il secondo, servendosi anche di ambientazioni<br />

tipicamente utopiche, ma con riferimenti e analogie alla<br />

situazione europea e tedesca del tempo, riversa la<br />

componente utopica «nel culto della grandezza eticoculturale<br />

contrapposta all’usura e alla vacuità di tutti i<br />

costumi e di tutte le ideologie. Protagoniste non sono qui<br />

né le masse né le classi sociali, quanto piuttosto, da una<br />

parte organismi m<strong>il</strong>itari, param<strong>il</strong>itari o tecnologici così<br />

perfetti che si fanno dell’efficienza un culto e diventano, al<br />

limite, degli automatismi o, addirittura, tendono a sostituire<br />

la vita con dei robot (le “api di vetro”), dall’altra delle<br />

aristocrazie culturali ancora capaci di vita contemplativa».<br />

Ora possiamo soffermarci sulle distopie, perché è in<br />

quella forma che si manifesta una cospicua mole di<br />

tematiche apocalittiche sia nell’Otto che nel Novecento.<br />

Si è notato che già in parte nei Viaggi di Gulliver c’è un<br />

paese lontano dove le cose vanno male, peggio che nella<br />

realtà in cui opera Swift. A fianco dell’utopia, insomma, c’è<br />

la distopia, la quale, spiega Verra, indica «tutte quelle<br />

opere che in qualche modo appaiono di carattere analogo,<br />

ma di segno opposto alle utopie tradizionali, poiché<br />

descrivono come negativa la loro realizzazione».<br />

Verra cita come esempi di distopia ottocentesca Erewhon<br />

di Samuel Butler del 1872 e L’isola del dottor Moreau (The<br />

island of Dr. Moreau) scritto da Herbert George Wells nel<br />

1896, per precisare che <strong>il</strong> genere letterario si afferma più<br />

che altro nel Novecento: Noi (My), scritto fra <strong>il</strong> 1920 e <strong>il</strong><br />

1923 da Evghenij Ivànovic Zamjatin, La fattoria degli animali<br />

(Animal farm), ma più ancora 1984 di George Orwell<br />

(pseudonimo di E.A. Blair), rispettivamente del 1945 e del<br />

1949, Fahrenheit 451 di Ray Bradbury del 1953, Uomini come<br />

dei (Men like Gods) di Herbert George Wells del 1923. E<br />

ancora Il congresso di futurologia (Kongres Futurologiczny) di<br />

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