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Apocalisse, il giorno dopo - Baskerville

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D ANELE P UGLIESE, APOCALISSE, IL GIORNO DOPO<br />

Poi, in epoche assai contigue, tra <strong>il</strong> 1500 e <strong>il</strong> 500 a. C.,<br />

scoprì <strong>il</strong> transeunte che, a seconda dei luoghi, fu formulato<br />

in modi diversi: la norma per Lao-Tse, <strong>il</strong> Nirvana per<br />

Buddha, <strong>il</strong> principio o la sostanza primordiale per i f<strong>il</strong>osofi<br />

greci, <strong>il</strong> signore del cielo e della terra per gli egiziani e gli<br />

ebrei.<br />

Così, pur dandogli nomi diversi, e attribuendogli talvolta un’essenza<br />

divina, gli uomini trovarono quell’ancoraggio disperatamente cercato, la<br />

risposta alle loro angosce; e ciò contribuì a rafforzare i vincoli che li<br />

univano, perché tutti si riconobbero in una comune visione del mondo e<br />

di se stessi.<br />

Questa identificazione è la base dell’antica comunità –<br />

famiglie, tribù, nazioni – che si distingue dalla collettività di<br />

oggi – partiti, sindacati, associazioni, aziende –: la prima<br />

determinata, secondo Erich Kahler, da comuni «origini» e<br />

agente sull’individuo «dall’interno»; la seconda determinata<br />

da «fini» comuni e agente sull’individuo «dall’esterno» 213.<br />

In entrambi i casi – quello della comunità, come quello<br />

della collettività – si è dinanzi ad un corpo «in grado di<br />

offrire a colui che ne fa parte la sensazione di non essere<br />

solo», ma la società di massa – di cui ci si è ampiamente<br />

occupati in questo studio – «ha visto indebolirsi, oltre agli<br />

antichi legami “comunitari” (la famiglia, la religione, la<br />

patria) gli stessi vincoli di natura politica e sociale»,<br />

sgretolando quei muri di protezione costituiti dalle barriere<br />

di classe e dagli stessi partiti politici.<br />

È qui che – secondo Hannah Arendt – l’individuo,<br />

smarrita la socialità, passa dall’isolamento all’estraniazione,<br />

da una condizione cioè in cui può aver paura del mondo<br />

ma sentendo di farne parte, ad una caratterizzata dal<br />

vuoto, dall’assenza di radici, dalla perdita di identità, come<br />

213 Cfr. ERICK KAHLER, The Tower and the Abyss, 1957, tr. it. La torre e l’abisso, di<br />

Marcella Bassi, M<strong>il</strong>ano, Bompiani, 1963.<br />

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