Luca Augusto Pietro Uccelli, uomo di dio (Biografia) - saveriani.com

e la Cina. Invia una lettera a padre Popoli — senza data, come succede spesso —,
ma del 10 o 12 di settembre. Scrive:
«Dalla prima stazione Le invio un cordialissimo saluto e mille centinaia di sentiti
ringraziamenti per quanto ha fatto per me, sempre, ma più specialmente in
questa ultima indimenticabile circostanza. Sicut nolebam ita factum est, e ora che
la cosa è fatta, ne sono contento, perché spero che anche da quella esteriorità il
Signore ne caverà del bene.
La prego di ringraziare prima di tutto Sua Eccellenza Ill.ma e Rev.ma, nonché
tutti i maestri, gli scolari, i loro “kouci tchieng”, e in fine tutti i cristiani per il “fisin”
che hanno fatto, e assicurarli della mia imperitura riconoscenza e del povero
aiuto delle mie preghiere.
Lei poi avrà la bontà di perdonarmi tutti i disturbi e i dispiaceri che immancabilmente,
anche senza volerlo, Le avrò dato, e di vendicarsi con pregare con maggior
fervore per me.
Aiutiamoci scambievolmente con la preghiera e così, benché tanto lontani col
corpo, saremo vicinissimi di cuore e di mente e otterremo tutte quelle grazie che
ci abbisognano. Mando alle Suore due stoppini per lampada e due “wan” (10.000)
di ringraziamenti per quanto Lei ben sa.
Col cuore in rivoluzione e con gli occhi pieni di lacrime, La saluto, la bacio e
l’abbraccio fortemente».
Non sappiamo se per “prima stazione” intenda Xuchang oppure Zhengzhou,
dove ha fatto sosta.
Lo troviamo poi a Honan-fu, cioè a Luoyang, dove è andato a salutare «il carissimo
padre Pelerzi, quasi guarito del suo ginocchio». Di là scrive ancora a padre
Popoli a Xiangxian, pregandolo di mandargli a Xuchang, al suo passaggio il lunedì
seguente, una bottiglietta del loro ottimo aceto che avrebbe usato con l’aglio
contro il mal di mare.
In viaggio per Hankou fece sosta a Xuchang. Probabilmente andò alla missione
e là trovò la lettera di saluto di mons. Calza che gli scriveva di essere entrato nella
camera che era sua e di aver provato un certo senso indescrivibile «e tante altre
cosette troppo superiori ai miei meriti… Presente padre Brambilla, diedi proprio
in uno scoppio di pianto che non potei trattenere. Lessi poi la di Lei carissima e
come ben capisce, seguitò a piovere sul bagnato». Questa lettera è diretta al padre
Popoli al quale raccomanda anche di tenere segreto quanto gli aveva detto in camera,
la mattina della partenza e di fargli sapere che cosa pensa monsignore nel
caso che non tornasse padre Sartori: lo spauracchio di essere chiamato a fare il
Vicario generale lo preoccupa ancora. «In coscienza non me la sentirei e sarei
pronto a fare non so che cosa piuttosto che mettermi in un imbarazzo simile».
Arrivato a Hankou il giorno 18, alloggiò presso i Frati Francescani, di cui i Saveriani
si servivano anche per le spedizioni di materiale in Italia. Il Procuratore è
stato gentilissimo; lo ha sempre messo al secondo posto (dopo il Superiore), anche
se erano presenti missionari francesi e si è mostrato pieno di riguardi verso di lui.
Vorrebbe mandare a padre Popoli tante belle cose; gli comprerà il libro richiesto e
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