Luca Augusto Pietro Uccelli, uomo di dio (Biografia) - saveriani.com

SGUARDO RETROSPETTIVO
Volendo raccogliere le impressioni che nascono dalla lettura dell’epistolario
del padre Uccelli nel periodo della Cina, si nota come ben raramente racconti
qualche cosa di sé; per cui ci sembra di trovarci di fronte ad un uomo occupatissimo
per mille cose, ma di cui non sapremo mai che cosa veramente abbia fatto.
Per esempio, nelle sue visite ai villaggi che cosa gli è successo? come si comportava?
quali risultati aveva ottenuto? Mancano notizie specialmente degli ultimi
anni di missione.
Troviamo annotato un fatto che sembrerebbe miracoloso. Chiamato per
l’unzione degli infermi, vede il malato che, subito dopo ricevuto il sacramento, si
alza, si veste e accompagna il Padre per un tratto di strada: «Effetto prodigioso
dell’estrema unzione», scrive padre Uccelli e sottolinea la frase, ma subito dopo
aggiunge a commento: «Mi rincresceva per i miei 40 ly che avevo fatto» 1 .
L’interpretazione è evidente, per chi conosce o ha sentito dire come si svolgono, a
volte, queste faccende in Cina.I cristiani chiamano per l’unzione degli infermi e il
missionario corre in fretta, facendo 20-25 chilometri in bicicletta, magari per strade
infami, per arrivare in tempo — come ha fatto quella volta il nostro Uccelli —
e quando arriva, trova il malato che lo accoglie sorridente e in gran forma: tanto è
il loro desiderio di ricevere il sacramento!
Piuttosto sembra che di miracoli ne compisse una certa bottiglietta che egli portava
sempre con sé; non ne parla mai nelle lettere, ma a noi ragazzi, a Vicenza, diceva
spesso: «Vedete, i cinesi sono molto devoti dell’acqua santa e tante volte ottengono
veri miracoli. Perciò io la portavo sempre con me in una bottiglietta piccola
piccola»; e ce la faceva vedere. Noi non sapevamo che quelle benedizioni che
lui faceva con quell’acqua benedetta sui malati, a Vicenza e dintorni, o su qualche
indumento, producevano mirabili guarigioni. Forse così avveniva anche in Cina.
Non parla, per esempio, dei suoi incontri col diavolo, perché il Vescovo lo deve
avere incaricato di fare l’esorcista. A noi ha raccontato un fatto, ma solo perché
tornava a sua umiliazione, perché il diavolo, a un certo momento, per bocca
dell’indemoniata, cominciò a parlare in dialetto reggiano e a rinfacciargli tutte le
sue birichinate di quando era in seminario a Marola. Dunque, era l’umiltà e non le
occupazioni che gli impedivano di raccontare che cosa gli succedeva durante
l’apostolato.
Un’altra impressione che si raccoglie, più dalle testimonianze degli altri che dai
suoi racconti, è la simpatia che destava attorno a sé, sembra fin dai primi contatti.
Non solo i cristiani gli volevano bene, ma anche i mandarini, e si è visto come
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1 Ly è la misura di lunghezza cinese, corrispondente a circa 600 metri.
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