Luca Augusto Pietro Uccelli, uomo di dio (Biografia) - saveriani.com

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all’obbedienza sino all’ultimo della vita, non mancherà però di esporre, col dovuto rispetto, le ragioni che riguardano il buon nome dell’Istituto ed il suo. Intanto era arrivato in Cina il padre Angelo Binaschi che aveva fatto un’ottima impressione, mentre da qualche tempo il padre Pucci era tornato in Italia e aveva lasciato l’Istituto. 92
CARESTIA E BRIGANTI (1911-1914) Le lettere di padre Uccelli degli ultimi mesi del 1911 e quelle dell’anno seguente portano continuamente notizie sulla carestia, sulla rivoluzione, e soprattutto sui briganti che, in bande armate, seminano terrore e morte nelle campagne e perfino nella città. Sulla situazione manda al padre Bonardi anche ritagli del “Journal de Pékin”. L’anno 1913 è stato l’anno della grande carestia. Aveva colpito specialmente le province del nord: il Chely (Hebei), lo Shandong e l’Henan. Erano le più popolate: una folla di 85 milioni nella morsa della fame. I più disperati, o quelli che avevano ancora un po’ di energia, migravano verso il sud in cerca di un po’ di cibo. Non pochi morivano per la strada. Scene strazianti si presentavano ogni giorno agli occhi dei missionari. Mons. Calza scriveva: «Lungo le strade, numerosi gruppi di affamati si allineavano al mio passaggio, si inginocchiavano sulla polvere e sbattevano la fronte per terra fino a sprizzare sangue e invocavano un pezzo di pane». In una sua relazione del marzo, scrive: «In dieci anni di Cina non ho mai veduto degli orrori simili: veramente si muore di fame. Quanti malanni si addensano su questa povera Cina! Il disordine del governo di Pechino, l’indisciplinatezza, il brigantaggio delle truppe nelle province e il cielo implacabilmente chiuso che non lascia stillare una goccia d’acqua da molti mesi…». 1 Padre Brambilla da Yuzhou racconta di giovani e di intere famiglie che si suicidano, di genitori che vendono le loro figlie per vivere. «Da quasi un mese si vedono ogni giorno, schierate sul mercato, giovani spose o giovanette di 16-20 anni esposte al miglior offerente, come fossero giumenti. Povere creature! Se si pensa a quello che le attende, fanno veramente compassione». 2 Qualche genitore caccia da casa i figli di otto o dieci anni, per non vederli morire di fame. Si vedono bambini in cerca di qualche erba da mangiare o qualcosa di commestibile tra i rifiuti. Il caso più frequente è quello di genitori che abbandonano nei campi i bambini appena nati, spesso perché le madri s’accorgono di non aver latte per allattarli. I missionari, quando possono, fanno raccogliere quelle creaturine, se sono ancora in vita, le affidano a qualche balia di fiducia, per accoglierle poi nell’orfanotrofio della missione fino alla maggiore età. Padre Uccelli scrive: «Ho incaricato diversi cristiani perché girino a raccogliere tante povere creatu- ---------------- 1 CALZA, in “Fede e Civiltà”, X(1913), pag. 66; X(1913), pag. 83-84. 2 BRAMBILLA, Ivi, X(1913), pag. 70. 93
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Augusto Luca PIETRO UCCELLI Uomo di
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NOTA REDAZIONALE. Le fonti di quest
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CAMPANE A MORTO Quella mattina del
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Dai racconti dei contemporanei sapp
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INCOMINCIANO GLI ACCIACCHI 1930-194
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Saveriani sono sempre a Sovizzo. Il
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INDICE Prefazione .................
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