Luca Augusto Pietro Uccelli, uomo di dio (Biografia) - saveriani.com

ettore spirituale degli alunni. La loro partenza aveva creato un grande vuoto nella
missione e anche padre Uccelli ne aveva provato vivo dispiacere, tanto più che era
stato chiamato a succedere al padre Bonardi nella missione di Xuchang.
All’11 maggio, scrive una lettera a quest’ultimo, in Italia, ringraziandolo
dell’accoglienza fatta a suo padre, quando questi si era recato a Parma a sentire
notizie del figlio. Gli parla in maniera un po’ scherzosa della peste, che è passata
anche nel Henan, ma ha colpito solo due o tre cinesi. Si sofferma poi a raccontare
quanto un vecchio medico-catechista battezzatore aveva detto proprio sul padre
Bonardi, partito qualche mese prima: «Il Padre non può dimenticare noi, come noi
non possiamo dimenticare i nostri figli. Anzi, possiamo essere sicuri che il Padre
si dimenticherà magari di mangiare e di bere, ma non di pregare per noi. Oh, come
è bella la religione! Il Padre è ora lontano da noi centomila chilometri, eppure
siamo uniti nel pensiero, perché ora noi pensiamo a lui e lui pensa a noi».
Padre Uccelli, così restio a scrivere, inizia una corrispondenza piuttosto frequente
con padre Bonardi. Accenniamo solo alla lettera del 27 giugno, dove parla
della carestia e dei poveri che vanno alla missione a chiedere soccorsi. Nella lettera
del 28 luglio, accenna agli articoli che il padre Bonardi scrive per lui, cioè con
la sua firma, su Fede e Civiltà. C’è, su questo, un accordo tra i due. 2 In altra lettera
parla della carestia e dell’aumento dei prezzi che mette tutti in difficoltà: «Poveri
a truppe vengono a chiedere l’elemosina. Il pane continua a crescere, gli erbaggi
sono a prezzi esorbitanti». Per la prima volta si dichiara malato: tre giorni di
febbre e di mal di testa. Il chinino è finito. Forse l’angoscia per tanta miseria l’ha
gettato a terra.
Il 23 agosto scrive una lettera a mons. Conforti, nella quale appare qualche
ombra di scoraggiamento: «Grazie al Signore, mi trovo sempre bene e sono sempre
contento del sacrificio fatto nell’abbandonare i miei cari. Alle volte lo sgomento
vorrebbe togliermi la speranza di poter fare un po’ di bene, ma tosto entra
la riflessione e la fede a suggerirmi che sono venuto nel campo del Signore, e che
io non debbo che piantare e innaffiare, e attendere pazientemente l’incremento che
al Signore piacerà di dare ai frutti delle mie povere fatiche».
Aggiunge, però, che a Xuchang ha già battezzato una trentina di adulti «mietendo
nel campo seminato dall’ottimo e carissimo padre Bonardi». Parla poi della
chiesa, bella e carina, ma priva di ogni suppellettile, di alcune scuolette che ha nei
villaggi e di due altre che vorrebbe istituire a Xuchang, ma che non può per mancanza
di mezzi.
Qualche mese dopo, un’altra lettera per dire la gioia della notizia dell’elezione
di Calza a Vicario apostolico.
Una grande novità era, infatti, maturata per la missione dei Saveriani. Il 18 settembre
1911 era stato firmato il decreto della Santa Sede per l’erezione della Pre-
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2 Gli articoli in parola riguardano la descrizione di Xuchang, notizie sulla carestia, cenni sulla
inondazione e descrizione della residenza di Xuchang, della chiesa e della scuola e della cristianità
di Wu-tien. Si vedano: UCCELLI, in “Fede e Civiltà”, VIII(1911), pag. 78-79; 90-92; 107-109; 123-
125; 157-158.
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