Luca Augusto Pietro Uccelli, uomo di dio (Biografia) - saveriani.com
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momento don <strong>Pietro</strong> lo assisté quasi ininterrottamente per otto giorni. Fece una<br />
morte <strong>com</strong>movente. Quando stava per morire attirò a sé il viso <strong>di</strong> don <strong>Pietro</strong> e gli<br />
<strong>di</strong>ede un bacio. Tutti erano <strong>com</strong>mossi.<br />
Ogni mattina, alle 6.30 o alle 7.00, andava a <strong>di</strong>re la messa in una <strong>com</strong>unità <strong>di</strong><br />
suore. Una notte sentì suonare le ore: contò fino a sei e poiché erano della campana<br />
mezzana pensò che segnassero le 6.30. Si alzò in fretta pensando <strong>di</strong> aver fatto<br />
tar<strong>di</strong> per la Messa, ma poi si accorse che era mezzanotte e mezzo. Tornò a letto e<br />
al mattino raccontò la sua <strong>di</strong>savventura alle suore. Così esse seppero che don <strong>Pietro</strong><br />
non aveva nemmeno una sveglia a <strong>di</strong>sposizione. Pochi giorni dopo gliene fecero<br />
trovare una, regalo <strong>di</strong> una buona signora.<br />
Un altro giorno venne chiamato per una donna malata grave. Restò al suo capezzale<br />
fino alle 22.30. Al ritorno, passò vicino al cimitero e, non avendo ancora<br />
finita la recita del rosario, si fermò a recitarlo davanti al cancello. Poco dopo sentì<br />
i rintocchi <strong>di</strong> mezzanotte: l’ora degli spiriti, pensò; ma continuò a pregare. A un<br />
tratto sentì un frastuono, un grande rumore vicino a sé. Prese una tale paura che<br />
cadde privo <strong>di</strong> sensi. Quando rinvenne, <strong>com</strong>inciò a sudare e a tremare. Poi si incamminò<br />
verso la canonica e gli pareva <strong>di</strong> non arrivarvi mai…<br />
In maggio fu colpito da un fortissimo mal <strong>di</strong> testa e fu costretto a letto: pensava<br />
fosse meningite; ma era uno dei soliti attacchi, dovuto a eccessivo lavoro e a stanchezza.<br />
Sic<strong>com</strong>e aveva parlato dei suoi mali a Melania, si affrettò ad aggiungere:<br />
«Non si preoccupi per la mia salute temporale. Lasci che l’asinaccio del mio corpo<br />
venga meno sotto la soma del dovere, che sarà un bel guadagno per me e per<br />
lei».<br />
È sempre occupatissimo: malati, sani, suore, ospedali… Nemmeno la notte è<br />
sempre tranquilla. Per il 15 agosto, festa dell’Assunta, scrive <strong>di</strong> aver confessato<br />
per <strong>di</strong>eci!<br />
Ma il suo impegno più grande sembra essere quello dei malati. Nell’inverno<br />
del 1904, scrive che lo chiamano giorno e notte per malati gravi, che abitano molto<br />
<strong>di</strong>stante; quattro muoiono. Lo chiamano anche per un’isterica che lo vorrebbe<br />
sempre accanto. Un vecchio che da cinquant’anni non andava più in chiesa, si<br />
converte e riceve i sacramenti; per un altro da cui va spesso e non si induce a confessarsi,<br />
chiede preghiere.<br />
Nella quaresima del 1904 tenne il quaresimale tutti i giorni, con molta affluenza<br />
e molta attenzione. Ne restò <strong>com</strong>mosso ed esclama: «Come sono buoni questi<br />
Povigliesi!». Che cosa era successo, da quando scriveva: «Questi Povigliesi sono<br />
numerosissimi in piazza e pochissimi in chiesa»? Certo, il cambiamento non lo attribuiva<br />
a se stesso, ma alla grazia <strong>di</strong> Dio, anche se egli ne era stato strumento.<br />
Per i poveri — una sua passione — non abbiamo alcun cenno esplicito nelle<br />
lettere a Melania; solo una frase significativa: «Non è vero che io sia proverbialmente<br />
povero, perché sol<strong>di</strong> ne ho sempre. Ma io non sono fatto per i quattrini e i<br />
quattrini non sono fatti per me». Infatti ha ricevuto 150 lire e se ne libera subito:<br />
50 le manda a Melania per l’altare, e 100 le manda al rettore del Seminario <strong>di</strong> Marola<br />
per la celebrazione <strong>di</strong> Messe, anche per supplire a offerte ricevute senza bi-<br />
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