Luca Augusto Pietro Uccelli, uomo di dio (Biografia) - saveriani.com
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MONS. LUIGI CALZA VICARIO APOSTOLICO<br />
(1911-1912)<br />
L’anno 1911 fu un anno drammatico per la Cina. Nel nord, in Manciuria, ai<br />
primi dell’anno, era scoppiata la peste che portò lutti e sgomento tra la popolazione.<br />
Padre Calza, recatosi a Pechino per affari della missione, per poco non veniva<br />
posto in quarantena nel Quartiere delle Legazioni.<br />
Missionari, suore, me<strong>di</strong>ci e infermieri europei e giapponesi, corsero a recare<br />
soccorsi, a prezzo, talvolta, della vita. Non altrettanto avvenne da parte dei cinesi;<br />
anzi, la superstizione e la paura rendevano più macabra la trage<strong>di</strong>a. Come da noi<br />
nel secolo XVII si parlò <strong>di</strong> “untori”, così in Cina si cercarono capri espiatori.<br />
Vennero accusati proprio gli stranieri che più si adoperavano a salvare le vite,<br />
<strong>com</strong>e se avessero avvelenato le acque per <strong>di</strong>ffondere la malattia. Primi nella lista<br />
furono i russi e i giapponesi; quest’ultimi — va detto a loro onore — erano stati i<br />
più solleciti a ingaggiare la lotta contro la malattia, anche perché l’epidemia era<br />
iniziata in Manciuria, dove il governo giapponese coltivava chiari interessi.<br />
Invece i cinesi proponevano rime<strong>di</strong> superstiziosi e ri<strong>di</strong>coli. Alle porte <strong>di</strong> una<br />
città apparve il seguente avviso per preservarsi dalla peste: «Prendere un pezzo <strong>di</strong><br />
osso <strong>di</strong> cavallo, involgerlo in un panno rosso, metterlo in un sacchetto da portare<br />
al fianco sinistro dagli uomini e al fianco destro dalle donne». Per fortuna il flagello<br />
durò poco.<br />
Ma altri guai attendevano l’infelice popolazione della Cina. Una tremenda carestia<br />
si manifestò in varie province, per cui la gente emigrava da un luogo<br />
all’altro, in cerca <strong>di</strong> cibo. La fame era spaventosa, tanto che si avverarono anche<br />
casi <strong>di</strong> antropofagia. I missionari si trovarono in gravi <strong>di</strong>fficoltà a mantenere il<br />
personale della missione e gli orfani; tanto meno erano in grado <strong>di</strong> far fronte alla<br />
miseria generale della popolazione. Aiuti provennero dalle nazioni occidentali, ma<br />
la <strong>di</strong>sorganizzazione e l’apatia rendevano problematica la <strong>di</strong>stribuzione. Si avverarono<br />
rapimenti <strong>di</strong> bambini, non si sa per quali foschi progetti; furono <strong>di</strong>ffuse le<br />
voci che fossero rivenduti agli europei, i quali li avrebbero messi nelle fondamenta<br />
dei ponti. Quando poi la siccità parve cessare, si ebbero terribili inondazioni. La<br />
rivista dei <strong>saveriani</strong> riporta spesso notizie della terribile calamità. 1<br />
L’8 febbraio erano partiti per l’Italia i padri Giovanni Bonar<strong>di</strong> e Antonio Sartori,<br />
richiesti dal Fondatore per essere rispettivamente rettore della Casa Madre e <strong>di</strong>-<br />
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1 CALZA, («Lettera al») Carissimo sig. Rettore, in “Fede e Civiltà”, VIII(1911), pag. 90; ID,<br />
(«Lettera al») Car.mo Padre Bonar<strong>di</strong>, in “Fede e Civiltà”, VIII(1911), pag. 107; ID, («Lettera al»)<br />
Carissimo Sig. Rettore, in “Fede e Civiltà”, VIII(1911), pag. 121-122.<br />
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