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Luca Augusto Pietro Uccelli, uomo di dio (Biografia) - saveriani.com

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parte:<br />

«Con quanta gioia e felicità le invio questa mia! Dopo tanti sospiri, dopo tante<br />

ansie e peripezie, finalmente con la grazia <strong>di</strong> Dio sono giunto a quella mèta che ho<br />

sempre ardentemente desiderato: sono religioso! Religioso! Parola bella, cara e<br />

soave; parola che ci invoglia al bene e ci fa aborrire il male; parola che ci rende<br />

santamente superbi e che ci apre innanzi un campo estesissimo da coltivare con le<br />

nostre fatiche e da innaffiare coi nostri sudori e, Dio volesse, col nostro sangue<br />

[…]. Il fortunatissimo giorno della B. V. <strong>di</strong> Pompei [8 maggio], a mezzogiorno,<br />

dopo <strong>di</strong> aver dette le orazioni <strong>di</strong> supplica alla Celeste Regina, dopo <strong>di</strong> aver recitato<br />

l’Atto <strong>di</strong> fede, <strong>di</strong> speranza e <strong>di</strong> carità, genuflesso davanti a Gesù Sacramentato, facevo<br />

i miei voti e così mi obbligavo ad essere tutto <strong>di</strong> Dio, solo <strong>di</strong> Dio e sempre <strong>di</strong><br />

Dio. Credo <strong>di</strong> non aver mai provato nella mia vita un momento <strong>di</strong> uguale contentezza.<br />

E ora la mia felicità continua, non scema, anzi mi pare che sia piuttosto in<br />

aumento, perché al presente non ho più certi dubbi, certi timori che alle volte mi<br />

facevano star male».<br />

Da questo momento, anche se i suoi voti sono fatti in privato, lo chiameremo<br />

“Padre”, <strong>com</strong>e lui stesso sa <strong>di</strong> potersi chiamare.<br />

Tralasciamo i vari riferimenti alla Cina e alla felicità <strong>di</strong> essere nell’Istituto; segnaliamo<br />

solo che il giorno 3 <strong>di</strong>cembre, festa <strong>di</strong> san Francesco Saverio, padre <strong>Uccelli</strong><br />

sarà ammesso ufficialmente alla professione religiosa dei voti <strong>di</strong> povertà, castità<br />

e obbe<strong>di</strong>enza. Attende con gioia quel giorno e ne scrive a Melania, pregustandone<br />

la gioia e anticipando <strong>di</strong> voler corrispondere alla grazia ed essere santo:<br />

«Signore, fatemi santo o fatemi morire!».<br />

Nell’Istituto si parla già <strong>di</strong> partenze: i can<strong>di</strong>dati erano i padri Leonardo Armeloni,<br />

Eugenio Pelerzi e il nostro <strong>Pietro</strong> <strong>Uccelli</strong>. Con un biglietto a Melania, senza<br />

data, ma attribuibile all’8/9 gennaio 1906, padre <strong>Pietro</strong> annuncia con gioia la sua<br />

prossima partenza, per il sabato successivo.<br />

La cerimonia <strong>di</strong> partenza fu preceduta da un inatteso incontro con papà Battista<br />

che ci viene narrato dallo stesso padre <strong>Pietro</strong>. Egli stava andando a <strong>di</strong>r la Messa<br />

alle Cappuccine, in Via Farini, al mattino del giorno stesso in cui doveva partire,<br />

venerdì 13 gennaio.<br />

«Andavo sul sentiero del canale (verso il monastero delle Cappuccine) 2 ; vedo<br />

un ometto lontano… Corpo d’un… mi sembra mio padre! Era lui».<br />

Dopo il saluto e l’espressione <strong>di</strong> meraviglia <strong>di</strong> quell’incontro inatteso, don <strong>Pietro</strong><br />

domandò al padre dove stava andando. Andava all’Istituto, si capisce.<br />

A sua volta papà Battista chiese:<br />

– E tu, dove vai?<br />

– Dalle Cappuccine a <strong>di</strong>re la Messa. Ma… Ho una cosa da <strong>di</strong>rvi. Sto per partire.<br />

– Partire? Per dove?.<br />

– Per la Cina?.<br />

----------------<br />

2 A quei tempi un canale colmo d’acqua, scorreva dalla città, o verso la città, lungo l’attuale<br />

Viale Solferino, passando presso l’Istituto a oriente; in seguito fu coperto.<br />

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