Luca Augusto Pietro Uccelli, uomo di dio (Biografia) - saveriani.com

do Azzolini che lo venivano a salutare prima della partenza. Il giorno dopo combinò
con loro di fare una scappata a Pompei, ma l’idea era venuta improvvisa
quand’erano fuori dall’albergo e non pensarono di avvisare mons. Conforti: tanto
sarebbero tornati in tempo.
L’ora della partenza si avvicinava e Uccelli non compariva… Finalmente arrivò.
Fu accolto con “una filippica” da padre Armelloni, che era il capo-spedizione.
Conforti invece non si scompose e, per consolare lo sfortunato, gli disse che aveva
già pensato di collocarlo in un qualche Istituto di Napoli, se non fosse arrivato in
tempo, in attesa del prossimo battello. 7 Ma il peggio doveva ancora venire. Stava
per salire sulla nave e il passaporto non era ancora arrivato: suo padre l’aveva
spedito a un indirizzo diverso da quello indicato. Come fare?
In quella stessa nave viaggiava mons. Versiglia, vescovo salesiano, poi martire
in Cina, con alcuni suoi missionari. Si accordarono con lui di far salire sulla nave
il nostro Uccelli come se fosse un accompagnatore; poi si doveva eclissare finché
la nave non fosse partita. Gli andò bene. Più nessuno gli chiese il passaporto e
quando giungerà ad Hankou gli sarà dato un passaporto dal Console italiano, sulla
garanzia di padre Armelloni. 8
La nave era la Prinzess Alice, una nave lunga 160 metri e larga 18. Partirono
alle ore 14.30 del 19 gennaio. 9
Mons. Conforti consegnò loro la sua prima Lettera circolare, diretta ai missionari
di Cina: i nostri tre furono i primi a leggerla e a gustarla. Era un invito a ringraziare
il Signore perché la Sacra Congregazione di Propaganda aveva stabilito
di affidare all’Istituto una parte del territorio dei Missionari di Milano che costituirà
la Prefettura apostolica del Henan occidentale: il decreto sarebbe arrivato
presto. Il vasto territorio e il numero degli abitanti non dovevano spaventarli:
l’aiuto di Dio non sarebbe mai venuto meno.
Raccomandava ai suoi missionari di tenere sempre davanti a sé, come modello,
Gesù stesso, per incarnarne gli esempi di santità. Nelle angustie e nelle difficoltà
non si perdano d’animo: «Dio è spettatore delle vostre pene e delle vostre lotte,
delle quali terrà conto nel libro della vita». Raccomandava poi l’unione fraterna:
siano tra loro un cuor solo e un’anima sola. Terminava con le seguenti parole:
«Addio, carissimi, gaudium et corona mea! Se vedeste il mio cuore in questo
istante, se potessi esprimervi tutto quello che sento, conoscereste quanto io vi ami
e quali voti io faccia per voi. Il Signore, punto badando alla mia indegnità, li assecondi
questi voti ardenti, vi accompagni sempre con la sua grazia e vi conceda
ogni bene». 10
Quella lettera fu il “viatico” per i tre partenti.
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7 GRAZZI, Testimonianza, pag. 3.
8 GARBERO, I Missionari saveriani in Cina, Parma, ISME, 1965, pag. 100.
9 Telegramma del Conforti, 19 gennaio 1906.
10 TEODORI, Lettere a mons. Luigi Calza s.x., Roma, Procura Generale, 1977, pag. 277-279.
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