Luca Augusto Pietro Uccelli, uomo di dio (Biografia) - saveriani.com

il 12 febbraio 1912 e Yuan Shikai fu eletto Presidente, al posto di Sun Yatsen.
In un articolo su Fede e Civiltà del gennaio 1912, padre Uccelli parla di Yuan
Shikai come l’uomo forte che ha già in mano il potere effettivo, e prevede lotte
non brevi; la nuova Cina lotterà contro la vecchia Cina «e il sangue correrà a rivi;
un’anarchia di cui solo la storia cinese ha altri esempi, dominerà la Cina; ma finalmente
spunterà il giorno in cui comincerà la ricostruzione dell’immane colosso
che la rivoluzione avrà frantumato». 2
Si può dire che padre Uccelli è stato profeta. Nelle lotte di potere che seguirono,
il popolo dovette soffrire terribilmente per le conseguenze delle guerre intestine
e per gli episodi di brigantaggio. Già in quei primi giorni cominciò la triste sequela
dei mali. «I soldati imperiali ebbero l’ordine di tornare a Pechino, ma poiché
era rotta la ferrovia, si sparsero per la città, facendo di ogni erba un fascio.
Rubarono dappertutto, portarono via molte giovani donne, ragazze o sposate. In
tre giorni hanno fatto più danni di quello che non farebbero tre ore di grandine su
un campo di biade mature. Il Signore ce ne ha finalmente liberati e lo ringrazio di
cuore. Le porte della città sono state chiuse e chi vuole entrare o uscire deve farsi
tirare o calare con una corda»
«Siamo in piena rivoluzione — scrive padre Uccelli il 16 gennaio 1912 —.
Anche l’Henan che fino ad ora era stato, almeno apparentemente, per
l’imperatore, si è dichiarato apertamente con i rivoluzionari. Il Reggente ha abdicato.
Giovedì scorso è giunta una terribile notizia e cioè che i rivoluzionari nella
zona di Luoyang si sono uniti ai ladri (cioè ai briganti) e non certo per dire il rosario.
Anche qui a Xuchang i ladri seguitano la loro marcia, ma un po’ meno fervorosamente
di qualche giorno fa, per la semplice ragione che molti hanno perduto la
testa e ora… sono occupati solo a cercarla. Guai se sapessero che le loro teste sono
appese alle quattro porte della città. Le porte infatti sono inghirlandate di teste,
appese con corde: serve più a pascere la curiosità di molti che incutere timore a
quei fortunati ladri che la testa l’hanno ancora sulle spalle».
Quando padre Calza ricevette la lettera del Fondatore che gli comunicava la
nomina a Vicario apostolico, la situazione in Cina era tale da rendere la sua presenza,
si può dire, necessaria. Come poteva allontanarsi, mentre i suoi confratelli
erano nel pericolo? Egli scrisse che partirà per l’Italia non appena le cose si metteranno
un po’ in pace.
Mons. Calza non riuscirà a partire che l’8 marzo 1912. Per arrivare prima,
viaggiò con la ferrovia Transiberiana; attraversata la Siberia e la Russia, arrivò a
Parma a fine di marzo. Padre Uccelli assunse la piena responsabilità della Missione.
Nel primo periodo della repubblica, le speranze della Chiesa cattolica furono
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2 Quest’articolo è certamente attribuibile a pag. Uccelli, per le varie citazioni di giornali locali
non reperibili in Italia e per informazioni di prima mano.
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