Luca Augusto Pietro Uccelli, uomo di dio (Biografia) - saveriani.com

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stato per sempre. Gli rispose: «Avremmo proprio bisogno di un sacerdote…». Quelle parole sottintendevano una grande angoscia. Due anni prima erano partiti per la Cina, accompagnati dal vescovo francescano mons. Francesco Fogolla, i primi due missionari dell’Istituto del Conforti, uno era sacerdote e l’altro appena suddiacono. Ora i giornali avevano parlato dell’eccidio avvenuto in Cina, nella città di Taiyuan, e dicevano che erano stati uccisi i due vescovi e tutti i missionari. Conforti era angosciato per la sorte dei suoi primi figli: saranno stati uccisi anch’essi, o saranno riusciti a salvarsi? Non riceverà notizie se non a fine d’anno, quando finalmente gli giunse una lettera dalla Mongolia, dove i suoi erano riusciti a rifugiarsi; ma in quel momento, di fronte a don Pietro, pensava che l’unico prete che aveva e il giovane studente forse erano morti. Perciò aveva detto: «Avremmo proprio bisogno di un sacerdote…». Gli disse poi che lo avrebbe accolto tanto volentieri, ma che era necessario il permesso del Vescovo di Reggio perché egli era incardinato in quella diocesi; e che bisognava preparare i parenti al distacco. Don Pietro aveva fretta di recarsi dal Vescovo ed è presumibile che vi sia andato il giorno dopo. Don Pietro ci racconta l’incontro. «Era molto buono il mio Vescovo, scrisse, ma quando gli parlai di farmi missionario si mostrò contrariato». Gli ricordò di averlo mantenuto in seminario con una Borsa di studio, per averlo a servizio nella diocesi… Poi disse: «Perché volete andare in Cina?». – «Per salvare anime», gli rispose don Pietro. E il Vescovo: «Avete tutta la montagna a vostra disposizione! Anche queste sono anime da salvare…». Don Pietro replicava: «Ma là c’è maggior bisogno. Mi sono quasi impegnato con mons. Conforti… E poi, Vostra Eccellenza ha pure firmata la Lettera pastorale dei Vescovi Emiliani in cui si raccomandava di favorire le vocazioni per l’opera di mons. Conforti…». «Sì — rispose il Vescovo, e accostandosi confidenzialmente all’orecchio di don Pietro, gli disse sorridendo: – Certe cose si dicono e… si scrivono, ma poi i bisogni della diocesi… Insomma, state a Piolo due anni e poi vedremo». Così si chiuse la conversazione col Vescovo. 2 ---------------- 2 GRAZZI, Testimonianza, pag. 1-2. 22
APOSTOLO DELLA MONTAGNA Nelle lettere di don Pietro Uccelli di quand’era a Piolo, si trova varie volte che va in pellegrinaggio alla Madonna della Pietra. Si trattava di un piccolo modesto santuario, dedicato alla Madonna, costruito proprio sotto la Pietra del Bismantova e così abbarbicato ad essa da far pensare che la parete del presbiterio non fosse altro che la roccia della montagna. A guardarlo da fuori, sembra che tutta la montagna, un’immensa pietra che s’innalza verso il cielo, gli stia per crollare addosso. Nell’estate del 1901, don Pietro andando in pellegrinaggio alla Madonna della Pietra, si fermò, com’era solito, nella canonica di Castelnovo Monti a salutare l’arciprete. Pensiamo che abbia incontrato qui la prima volta una certa Melania Genitoni, che abitava nel piccolo borgo di Tavernelle, famoso in seguito per la fonderia di campane. Era maestra di scuola e insegnava nella nella vicina frazione di Garfagnolo, ma era attiva nella parrocchia di Castelnovo, come animatrice dell’Associazione delle Figlie di Maria e Zelatrice della devozione del Sacro Cuore. Probabilmente era anche insegnante di catechismo nella scuola parrocchiale. O forse si incontrarono a Garfagnolo in occasione di una predicazione in quel paese. Melania ebbe un colloquio con don Pietro e sentì in lui un uomo di Dio, che avrebbe potuto guidarla verso le ascensioni dello spirito. Da parte sua, don Pietro ebbe l’impressione di trovarsi di fronte a una creatura privilegiata, assetata di Dio e della perfezione. Quando don Pietro incontrò Melania, aveva 27 anni, mentre essa ne aveva 37, dieci anni in più e quella maturità di una donna adulta, che ha già avuto esperienza della vita per il continuo contatto con i ragazzi della scuola e le loro famiglie. Don Pietro sentì soprattutto di aver trovato una persona che amava parlare di Dio. Quando tornava a casa dai suoi, don Pietro non sentiva che discorsi di cose materiali, e se parlava con i preti si trattava di problemi apostolici, quando non erano addirittura pettegolezzi, ma mai si entrava in discorsi intimi di carattere spirituale. Don Pietro, spiritualmente, viveva come in un deserto. La differenza di età creava una distanza tra i due, che impediva di scendere a confidenze, anche quella semplicemente di darsi del tu. I due.infatti, usarono sempre il Lei, di prammatica nel secolo appena trascorso. Dato che gli incontri non potevano essere frequenti, cominciò tra loro una nutrita corrispondenza, nella quale don Pietro apriva il suo cuore a confidenze spirituali intime, mentre a poco a poco, vincendo la sua naturale ritrosia a far da maestro, svolse verso Melania un’autentica direzione spirituale, spingendola alle vette della santità. Da queste lettere attingiamo anche tante notizie sul suo apostolato, che non ci 23
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IL RITORNO IN ITALIA (1919) Cenni v
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L’ORA DELLA PROVA PADRE Uccelli g
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Padre, gli fece un altro discorso.
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Padre Uccelli l’accompagnò fino
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Giuseppe perché ci pensasse lui. O
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INCOMINCIANO GLI ACCIACCHI 1930-194
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Saveriani sono sempre a Sovizzo. Il
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ma è un po’ claudicante. Se ne a
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INDICE Prefazione .................
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