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Luca Augusto Pietro Uccelli, uomo di dio (Biografia) - saveriani.com

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amiche. In breve fu raccolto un bel mucchietto d’oggetti d’oro. Quando <strong>Uccelli</strong><br />

andò dall’orefice, si accorse che anche il Bambino Gesù era senza aureola. Oro ce<br />

n’era abbastanza: un’aureola per ciascuno!<br />

Quando fu finito il lavoro, l’orefice <strong>di</strong>sse che gli era avanzato ancora dell’oro:<br />

«Corbezzoli! — pensò padre <strong>Uccelli</strong> — Mi ero <strong>di</strong>menticato della Madonna! San<br />

Giuseppe ha pensato alla sua Sposa». E così, anche una statuetta della Madonna<br />

ebbe la sua aureola.<br />

Per qualche tempo il cronista — <strong>di</strong>stratto o abituato alle premure <strong>di</strong> San Giuseppe<br />

— non scrive più nulla, salvo che non si tratti <strong>di</strong> qualche cosa <strong>di</strong> <strong>di</strong>verso dal<br />

cibo. E allora ecco: «San Giuseppe ci manda 4 lettiere <strong>di</strong> rete metallica» (28 agosto);<br />

«San Giuseppe ci manda due carri <strong>di</strong> legna da ardere» (7 settembre).<br />

Poi l’abitu<strong>di</strong>ne rende normale anche quello che è straor<strong>di</strong>nario e i cronisti non<br />

scrivono più nulla. La meraviglia, invece, coglie quelle persone che si trovarono<br />

casualmente ad assistere al verificarsi quasi miracoloso della risposta all’umile invocazione<br />

che padre <strong>Uccelli</strong> poneva, in forma <strong>di</strong> cibo, ai pie<strong>di</strong> <strong>di</strong> San Giuseppe.<br />

Cominciamo con i fagioli.<br />

Lo racconta Teresa Marolla e si riferisce agli anni 1948-1949. Dice: «Un giorno<br />

ai pie<strong>di</strong> <strong>di</strong> San Giuseppe c’erano dei fagioli. Mio figlio Elio, <strong>di</strong> quattro anni, mi<br />

chiese: “Mamma, San Giuseppe mangia i fagioli con i pie<strong>di</strong>?”. A quell’uscita padre<br />

<strong>Uccelli</strong> sorrise, accarezzò la testa del bambino e con molta calma, <strong>com</strong>’era solito<br />

fare, gli <strong>di</strong>sse: “Tu sai, vero, chi è San Giuseppe? San Giuseppe mangiava<br />

<strong>com</strong>e noi, ma ora deve provvedere i fagioli, perché li abbiamo finiti; non abbiamo<br />

più fagioli”.<br />

Ci intrattenemmo ancora un poco — continua la donna — ed ecco a un certo<br />

momento suonò il campanello. Allora padre <strong>Uccelli</strong> prese Elio per mano e andò<br />

ad aprire il portone. Entrò un <strong>uomo</strong> grassotto e anziano, con un grembiule blu<br />

chiaro, che trascinava un carretto con sopra un gran sacco. E padre <strong>Uccelli</strong> esclamò:<br />

“Vuoi vedere che sono i fagioli che ci manda San Giuseppe?”. Era così, e mio<br />

figlio rimase tanto impressionato che ancora oggi mi <strong>di</strong>ce: “Mi pare ancora <strong>di</strong> sentire<br />

che mi fregola la testa”». 1<br />

Un altro caso: questa volta è una ragazza. Lo raccontò tanti anni dopo, quando<br />

era già novantenne. Allora avrà avuto 15 o 16 anni. Era andata da padre <strong>Uccelli</strong><br />

con sua mamma. «Un giorno — <strong>di</strong>sse — ci trovammo là che mancavano pochi<br />

minuti alle 16.00, ora della merenda dei ragazzi. La superiora si avvicinò a padre<br />

<strong>Uccelli</strong> e gli chiese: “Padre, che cosa facciamo per la merenda?” E lui: “Non sono<br />

ancora le quattro; venga alle quattro”. E la suora: “Ma sono quasi le quattro e io<br />

non so che cosa dare…”. E lui: “Ha detto bene: sono quasi le quattro. Venga alle<br />

quattro”.<br />

Alle 16.00 precise suonò il campanello, e io, curiosa, corsi a vedere. Con grande<br />

stupore vi<strong>di</strong> entrare dal portone <strong>di</strong> Via Trento un carretto trainato da due buoi,<br />

con sopra due enormi pentole <strong>di</strong> patate americane, appena cotte, ancora fumanti,<br />

bollenti, pronte per la merenda. Io sono stata presente al fatto. Lo ricorderò per<br />

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1 Summarium, pag. 471-472.<br />

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