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Luca Augusto Pietro Uccelli, uomo di dio (Biografia) - saveriani.com

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e Civiltà del 1913. 10 Parla della morte <strong>di</strong> un suo cristiano, certo Shan Shueige,<br />

convertitosi nel 1908 e battezzato da padre Bonar<strong>di</strong> nell’anno successivo. Apparteneva<br />

a una setta <strong>di</strong> “<strong>di</strong>giunatori”, forse si <strong>di</strong>rebbe meglio <strong>di</strong> Vegetariani: non<br />

mangiava mai carne e tutti i giorni faceva l’esame <strong>di</strong> coscienza, annotando i propri<br />

<strong>di</strong>fetti per correggerli. Venuto a contatto con la fede cristiana ne rimase conquistato.<br />

Stu<strong>di</strong>ò con <strong>di</strong>ligenza tutti e quattro i volumi <strong>di</strong> catechismo e <strong>di</strong>venne un cristiano<br />

esemplare. Tutte le domeniche andava a Messa percorrendo a pie<strong>di</strong> ben 12<br />

chilometri. Di carattere mite si attirava le simpatie <strong>di</strong> tutti. Era pieno <strong>di</strong> zelo e padre<br />

<strong>Uccelli</strong> sentì <strong>di</strong> aver perso in lui un collaboratore prezioso.<br />

Dai racconti <strong>di</strong> padre Zulian, testimonio <strong>di</strong> prima mano, veniamo a sapere che<br />

la cristianità <strong>di</strong> Niuzhuang, dopo il trasferimento <strong>di</strong> padre Pelerzi era passata sotto<br />

la responsabilità <strong>di</strong> <strong>Uccelli</strong>, parroco <strong>di</strong> Xuchang, e che era la meta privilegiata dei<br />

suoi viaggi apostolici.<br />

Dalle molte lettere scritte a padre Bonar<strong>di</strong>, rileviamo l’interesse <strong>di</strong> padre <strong>Uccelli</strong><br />

per la cultura religiosa. Chiede l’abbonamento a Il Monitore liturgico, alla Rivista<br />

per il Clero e agli Acta Apostolicae Se<strong>di</strong>s, che ritiene necessari alla Missione;<br />

chiede anche alcuni libri. Si lascia anche prendere dal desiderio <strong>di</strong> macchine moderne:<br />

vorrebbe una macchina dattilografica (quella non più usata da padre Bonar<strong>di</strong>),<br />

ma se sarà mandata, teme che venga trattenuta al centro della missione; gli<br />

viene anche il desiderio <strong>di</strong> una moto che renderebbe meno faticosi i viaggi, ma in<br />

seguito vi rinuncia, perché ha visto che ha fatto poco buona prova con il padre<br />

Amatore Dagnino. Invece si dà molto da fare per cercare e <strong>com</strong>perare oggetti per<br />

il Museo cinese <strong>di</strong> Parma, su richiesta dello stesso padre Bonar<strong>di</strong>.<br />

Un’ultima annotazione su questo periodo. <strong>Uccelli</strong> scrive a mons. Conforti che<br />

il padre Amatore Dagnino è malato <strong>di</strong> tifo; <strong>di</strong>fficile anche avere me<strong>di</strong>ci europei<br />

per l’insicurezza delle strade. <strong>Uccelli</strong> fa un triduo solenne per la guarigione del carissimo<br />

infermo e aggiunge: «Sarei più felice se il Signore cambiasse le parti e<br />

concedesse a me la sorte <strong>di</strong> morire, al posto dell’amatissimo confratello ammalato,<br />

il quale con la sua virtù e il suo zelo potrebbe fare tanto e tanto bene».<br />

Il 9 maggio 1914 il Ministro Plenipotenziario d’Italia in Cina, il Conte Carlo<br />

Sforza con la sua Signora, in viaggio <strong>di</strong> ritorno a Pechino da Hankou, si fermano<br />

in visita alla Missione <strong>di</strong> Zhengzhou. Il Vescovo Calza e alcuni missionari si recano<br />

in anticipo in città, non sapendo con precisione quando il Ministro sarebbe<br />

arrivato. Padre Aurelio Bassi ne stese una dettagliata cronaca per Fede e Civiltà.<br />

In altra circostanza la cronaca narra una piccola burla giocata al nostro <strong>Uccelli</strong>, in<br />

occasione <strong>di</strong> una cena in casa del Sig. Creplet, Ispettore della ferrovia. Approfittando<br />

della solita <strong>di</strong>strazione <strong>di</strong> <strong>Uccelli</strong>, gli infilarono una bella rosa nell’occhiello<br />

della veste, mentre stava raccontando le sue avventure con i briganti. Tutti si misero<br />

a ridere, per il contrasto evidente <strong>di</strong> una rosa sul petto <strong>di</strong> un venerando missionario.<br />

<strong>Uccelli</strong> non si rendeva conto perché i suoi racconti, piuttosto drammatici,<br />

suscitassero tanta ilarità. Finalmente voltò l’occhio su se stesso e …«Capperi!...»<br />

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10 Fede e Civiltà 1913, pag. 52-53.<br />

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