Luca Augusto Pietro Uccelli, uomo di dio (Biografia) - saveriani.com
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BAICHUAN – IL PRIMO AMORE<br />
(1906-1907)<br />
Il 5 <strong>di</strong>cembre 1906, padre <strong>Uccelli</strong> scrive da Xiangxian una lettera a mons. Conforti<br />
per ringraziarlo delle «carissime Sue che conservo e rileggo sempre con piacere<br />
e vantaggio». Purtroppo queste «carissime» lettere non ci sono più. La vita<br />
avventurosa <strong>di</strong> padre <strong>Uccelli</strong> in Cina, i cambiamenti <strong>di</strong> residenza, hanno fatto perdere<br />
quello che il nostro considerava un tesoro a cui ritornare spesso per piacere e<br />
vantaggio. L’unica lettera, ricevuta in Cina e conservata, è del 31 agosto 1918,<br />
quasi alla vigilia del suo richiamo in Italia.<br />
Nella lettera a Conforti, <strong>Uccelli</strong> promette <strong>di</strong> scrivergli più a lungo, dalla sua<br />
«cara residenza <strong>di</strong> Baichuan (leggi:Peciuang)»: forse vi si era già trasferito<br />
dall’inizio <strong>di</strong> <strong>di</strong>cembre o forse ad<strong>di</strong>rittura in novembre. Baichuan era un paesino a<br />
pochi chilometri da Xiangxian. ‘Pe’ significa bianco, e ‘chuang’ è villaggio. Otto<br />
anni prima non c’era nemmeno un cristiano. Nel 1898 erano stati battezzati i primi<br />
do<strong>di</strong>ci cristiani. Apostolo era stato un fumatore d’oppio che aveva avuto contatto<br />
con mons. Simone Volonteri a Nanyang — 200 chilometri <strong>di</strong> <strong>di</strong>stanza — e ne aveva<br />
ricevuto un’impressione incancellabile; tanto che tornato al villaggio non faceva<br />
che magnificare la bontà e la cortesia del missionario da lui incontrato. Egli<br />
si rivolse poi al padre Colombo, residente a Xiangxian, e <strong>com</strong>inciarono così le<br />
conversioni.<br />
Nel 1905 vi avevano lavorato i padri Calza e Bonar<strong>di</strong> e i cristiani erano cresciuti<br />
<strong>di</strong> una trentina. Ora toccava a padre <strong>Uccelli</strong>. Naturalmente aveva un catechista<br />
che l’aiutava; ma bisognava pensare anche alle donne, che — secondo l’antico<br />
costume cinese — non potevano essere avvicinate <strong>di</strong>rettamente dal catechista o<br />
dal Missionario. <strong>Uccelli</strong> fece venire una catechista da Luyi, dove ce n’erano varie.<br />
Scrisse a suo padre il 1° gennaio 1907, <strong>di</strong>cendo che <strong>di</strong> salute stava bene, ma<br />
che c’era un freddo eccessivo. Cercava <strong>di</strong> <strong>di</strong>fendersi <strong>com</strong>e poteva, proteggendo i<br />
pie<strong>di</strong> con due calze europee corte e due lunghe; al <strong>di</strong> sopra <strong>di</strong> queste, indossava altre<br />
due calze cinesi <strong>di</strong> tela, imbottite <strong>di</strong> bambagia. Le scarpe erano pure <strong>di</strong> tela,<br />
con suole alte due <strong>di</strong>ta, anch’esse imbottite. Mutande lunghe europee e calzoni cinesi<br />
imbottiti. «I calzoni si tirano su fino alle ascelle — scrive — e si legano, perché<br />
bottoni non ce ne sono neanche a pagarli. Al <strong>di</strong> sopra <strong>di</strong> tutto una specie <strong>di</strong> tonaca,<br />
anche questa imbottita, abbottonata al lato destro e tenuta aderente al corpo<br />
da una fascia. Dopo la veste, il panciotto». Fa sapere che i cinesi hanno anche una<br />
vesticciola per le orecchie: due cuori <strong>di</strong> tela con cui le coprono. Chi sa <strong>com</strong>e lo<br />
avranno immaginato i parenti con tutte quelle imbottite addosso!<br />
Racconta poi che, quel giorno, 1° gennaio, erano arrivati alcuni cristiani da un<br />
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