Luca Augusto Pietro Uccelli, uomo di dio (Biografia) - saveriani.com
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SALITA AL CALVARIO<br />
1941-1948<br />
Dimentico <strong>di</strong> sé, per il Natale 1941 padre <strong>Uccelli</strong> scrisse a Melania per consolarla<br />
dei suoi dolori. Le invia una specialissima bene<strong>di</strong>zione che «valga, se Dio<br />
vuole, a toglierle tutti i malanni. Se questo non è possibile, valga almeno ad alleggerirglieli<br />
tanto, e a darle quella santa gioia che nei travagli godevano i Santi».<br />
Sappiamo che il Signore dava talvolta al suo servo “la grazia delle guarigioni”;<br />
per questa sua amica, che avrebbe voluto sollevare dalle sofferenze magari prendendole<br />
su <strong>di</strong> sé, la risposta dal Cielo non venne mai. Segno che la sofferenza doveva<br />
affinare quell’anima per una maggiore gloria nel cielo. <strong>Uccelli</strong> è conscio del<br />
<strong>di</strong>segno <strong>di</strong> Dio su alcune anime elette, e scriveva a Melania che la sofferenza è un<br />
misterioso dono <strong>di</strong> Dio.<br />
Il 26 gennaio 1942 scrive <strong>di</strong> stare <strong>com</strong>e Dio vuole e, con la grazia sua, <strong>com</strong>e<br />
vuole lui stesso. Parla del freddo a 15 gra<strong>di</strong> sotto zero, che egli sente in modo terribile:<br />
«Pren<strong>di</strong>amo tutto dalle mani <strong>di</strong> Dio, che ci manda il freddo e il caldo per il<br />
bene dell’anima e del corpo». Chiede preghiere per potersi preparare un buon corredo<br />
per il lungo e ormai non lontano viaggio».<br />
Sembra, dalla sua corrispondenza, che negli anni 1941-1942, malgrado gli acciacchi<br />
e una tosse quasi continua durante le notti, sia riuscito ad applicarsi a vari<br />
ministeri, specialmente alle visite negli ospedali e a qualche malato nella propria<br />
casa. Tra quelli che andava a trovare nella loro abitazione ci fu una persona illustre,<br />
già suo penitente da moltissimi anni, il vescovo <strong>di</strong> Vicenza mons. Rodolfi.<br />
Padre <strong>Uccelli</strong> andò ad assisterlo nelle ultime giornate della sua vita terrena, nel <strong>di</strong>cembre<br />
1942; anzi, gli portò un crocefisso perché lo tenesse tra le mani nelle angosce<br />
dell’agonia, il crocefisso che il vescovo stesso gli aveva donato <strong>com</strong>e ricordo<br />
<strong>di</strong> un pellegrinaggio in Palestina. Il mese seguente, il 12 gennaio 1943, mons.<br />
Rodolfi morì <strong>di</strong> «una morte quale si conveniva ad un Vescovo e a un Vescovo<br />
santo». Padre <strong>Uccelli</strong> gli fu vicino per tutta la notte fino alle 1,45 quand’egli spirò<br />
1<br />
L’Italia era entrata in guerra fin dal giugno 1940 e l’anno 1943 aveva segnato il<br />
punto <strong>di</strong> non ritorno con lo sbarco degli Alleati in Sicilia, la caduta <strong>di</strong> Mussolini e<br />
la firma dell’armistizio il 3 settembre. I viaggi <strong>di</strong>venivano sempre più <strong>di</strong>fficili, per<br />
l’irregolarità dei treni e il pericolo <strong>di</strong> mitragliamenti. In febbraio 1943 <strong>Uccelli</strong><br />
<strong>com</strong>pì un viaggio “<strong>di</strong>sastroso”, per il freddo e le lunghe soste, per recarsi a Parma,<br />
dove lo chiamava il dovere <strong>di</strong> Consigliere generale. Tornato a Vicenza scrisse a<br />
Melania per confortarla nell’aggravarsi della malattia che l’aveva colpita. «Mettiamoci<br />
sempre nel mare <strong>di</strong> acque dolci della dolcissima volontà <strong>di</strong> Dio… Il no-<br />
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1 Vita nostra, Vicenza gennaio 1943.<br />
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