Luca Augusto Pietro Uccelli, uomo di dio (Biografia) - saveriani.com

PIONIERE A ZHENGZHOU
(1907-1909)
Zhengzhou è una città al sud del Fiume Giallo. Nei primi anni del 1900 era una
prefettura di secondo grado, ma costituiva già un grande centro di industria e
commercio all’incrocio delle principali ferrovie della Cina, la Pechino-Hankou e
Shanghai-Lanchow. Negli anni 1906-1910, oltre ai commercianti cinesi, erano
presenti anche numerosi europei con le loro famiglie, soprattutto per la sovrintendenza
alle ferrovie.
L’inizio del cristianesimo a Zhengzhou risale al 1904, quando, con l’impianto
della ferrovia, alcuni commercianti cinesi della cristianità di Zhengding, vi si stabilirono
e per primi fecero conoscere a qualche amico la loro fede. Verso la fine
del 1906 il saveriano padre Brambilla, faceva una visita a Zhengzhou, vi acquistava
una casa e vi poneva un catechista. Erano i primi approcci.
L’11 o 12 novembre 1907 vi arrivava il padre Uccelli. Il suo cavallino lo aveva
lasciato in una delle residenze dove era passato, a Xiangxian o più probabilmente
a Xuchang, dove aveva preso il treno.
Uccelli andò a Zhengzhou con un certa trepidazione perché pensava di trovarvi
comodità di vita più che in altre città, ma non vi avrebbe trovato cristiani: «Non
c’è neppure un cristiano battezzato!». «Non sarebbe meglio — egli scrive — che
non ci fosse altro che erba da mangiare e acqua da bere, ma che i cristiani fossero
moltissimi? Sapere che non ci sono cristiani e conoscere per esperienza quanto sia
difficile farne, credete che è un pensiero che lacera il cuore». E qui padre Pietro
non può a meno di rivolgersi ai familiari e chiedere la loro collaborazione: «Anche
voi dovete prendere parte alla mia missione; anche voi dovete aiutarmi con le
vostre orazioni, perché possa riuscire, con la grazia del Signore, a salvare un numero
immenso di anime. Non dimenticate di pregare lo Spirito Santo perché mi illumini
e mi faccia conoscere quali siano i mezzi più adatti per ottenere copiosi
frutti spirituali».
Questo, prima di arrivare a Zhengzhou. Arrivato, fu tanto occupato da non avere
più tempo di scrivere; eppure con i suoi aveva scherzato sulla sua corrispondenza,
come se fosse destinata a riempire chi sa quanti scaffali.
La prima lettera fu alla Melania, alla quale si sentiva legato per debito di amicizia
e di riconoscenza, ma gliela scrisse spinto più dallo zelo di comunicarle buoni
pensieri di vita spirituale, che per mandare notizie. Tuttavia, qualche nota autobiografica
gli è sfuggita. Scrive: «Accompagnato da un freddo indicibile, arrivai
alla mia nuova destinazione non troppo allegro e contento; ma appena giunto alla
stazione, vedendo i miei pochi ma ottimi cristiani, che erano venuti a incontrarmi
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