Luca Augusto Pietro Uccelli, uomo di dio (Biografia) - saveriani.com

po, doveva ammettere che le difficoltà frapposte alla sensibilizzazione missionaria
dei seminaristi erano piuttosto forti.. Ne riferisce in una lettera a mons. Conforti:
«Monsignor Vescovo è sempre quello. Il Seminario vescovile va sempre peggiorando
nei nostri riguardi. Il timore che i seminaristi amino, aiutino le Missioni
è grandissimo nei Superiori come nel Vescovo. Pare che la reazione venga dai
Seminaristi, i quali non si danno pace nel vedere certe cose che fanno a pugni col
buon senso cattolico. Si è proibito ai Seminaristi la lettura di qualsiasi libro non
riguardante la scuola, e questo per non dire, espressamente, che erano proibiti i libri
che trattano di Missioni. Io non mando mai libri o cartoline in Seminario, ma
se i Seminaristi vengono qui, do loro tutto quello che domandano. Il popolo è amante
delle Missioni e il Clero così poco! Che sconcerto!».
Per comprendere questo atteggiamento, allora comune nei Vescovi e nei Seminari,
si tenga presente che gli anni dopo la guerra del 1915-18, erano anni in cui
le vocazioni scarseggiavano, e i Vescovi vedevano con angoscia che qualche seminarista,
magari avanti con gli studi, lasciasse il seminario, sia pure per una necessità
più grande della Chiesa. Solo anime grandi, come il vescovo Guido Maria
Conforti, potevano dire: «Vescovo di una vasta diocesi, che conta non poche parrocchie
vacanti per mancanza di clero, so bene quanto costi la perdita anche di un
solo collaboratore, massime se in cura d’anime, ma so pure che Chi può suscitare
dalle pietre i figli di Abramo, non lascia mai di compensare ad usura il sacrificio
che si compie per la più grande della cause, la più legittima delle conquiste». 4
Ammaestrato dall’atteggiamento del Vescovo e dei Superiori del Seminario di
Vicenza, padre Uccelli si comportò con prudenza in una sua visita al Seminario di
Marola a Reggio Emilia, dove era stato invitato a predicare un Ritiro spirituale..
Erano gli anni 1927 o ’28. Padre Uccelli predicò sulle missioni, ma si fermò piuttosto
sulla necessità di essere missionari in qualunque luogo. Diceva che la vocazione
al sacerdozio è vocazione alla missione; tutti dovevano sentirsi missionari,
sia che esercitassero il sacerdozio a Reggio sia che lo esercitassero in Cina. 5 Era
un compromesso, ma egli pensava che aver parlato delle missioni significava aver
piantato un seme sulla terra; forse, un giorno, ne sarebbe uscito un germoglio, poi
una pianta, se è vero che il Signore può suscitare figli di Abramo anche dalle pietre.
Ma i tempi di Dio non sono i nostri e dal Seminario di Reggio qualche anno
dopo uscirà un bel gruppo di missionari e l’Istituto di Parma ne accoglierà più di
uno, e di ottima stoffa, e padre Uccelli se ne sarà rallegrato.
Riguardo all’animazione missionaria è interessante la testimonianza di Xompero
Maria. Incontrò casualmente padre Uccelli, che non conosceva, mentre si recava
con alcune amiche alla riunione delle zelatrici missionarie a Monte Berico a
Vicenza.
Maria faceva parte delle zelatrici della sua parrocchia e si presentò come tale,
ma il piccolo prete con la barba la mise subito in confidenza, tanto che essa gli
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4 Lettera di Guido M. Arciv. Vescovo, Presidente Gen. dell’Unione Missionaria del Clero ai
Vescovi d’Italia, 21 aprile 1921.
5 Summarium, pag. 319
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