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Luca Augusto Pietro Uccelli, uomo di dio (Biografia) - saveriani.com

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giubba che arrivava al ginocchio e due bragoni larghi che legavano al collo del<br />

piede. I pie<strong>di</strong> erano piccoli oltre ogni <strong>di</strong>re, e così deformati che facevano quasi ribrezzo.<br />

«A causa <strong>di</strong> questi pie<strong>di</strong> deformati, egli scrive, le donne camminano con<br />

<strong>di</strong>fficoltà, appoggiandosi ai muri e ai tavoli quando sono in casa, e servendosi del<br />

bastone quando vanno fuori. Cadono spesso, ma non si fanno male perché sono<br />

avvezze a questo gioco. Negli uomini fa impressione la treccia <strong>di</strong> capelli che portano<br />

sul capo, inestetica e molto s<strong>com</strong>oda». Qui in Italia era nota <strong>com</strong>e “il co<strong>di</strong>no”:<br />

una treccia che anche i missionari si adattavano a portare, prima posticcia,<br />

poi al naturale.<br />

Tralasciamo le considerazioni sulla lingua. Interessanti, invece, i sentimenti<br />

che padre <strong>Pietro</strong> esprime. Anzitutto, parla della Cina <strong>com</strong>e sua «nuova e <strong>di</strong>letta<br />

patria»; e poi <strong>di</strong>ce <strong>di</strong> non saper esprimere a parole quanto si senta contento<br />

d’esservi venuto e quanta speranza abbia <strong>di</strong> procurare la salvezza <strong>di</strong> tante anime.<br />

«Sì, questa terra non è tutta seminata <strong>di</strong> fiori; ci sono tante spine, ma quando si<br />

tratta <strong>di</strong> strappare anime al demonio pare che anche le spine non pungano, e i <strong>di</strong>sagi<br />

e le privazioni non apportino dolore».<br />

Ai confratelli <strong>di</strong> Parma, scrive: «Non vi so esprimere a parole la gioia tutta celeste<br />

<strong>di</strong> cui è continuamente inondato il mio cuore, nel trovarmi in queste lontane<br />

contrade, sempre nell’occasione <strong>di</strong> strappare anime al demonio e confermare meglio<br />

nella fede coloro che l’hanno già abbracciata».<br />

Gli <strong>di</strong>spiace, invece, <strong>di</strong> non sapere ancora la lingua e non poter quin<strong>di</strong> fare tutto<br />

il bene che vorrebbe; supplisce con la preghiera.<br />

«Chi vive nei paesi ove la religione illumina le menti e accende i cuori, non<br />

può farsi l’idea del dolore che prova il missionario allorché, passando per una città<br />

<strong>di</strong> cento, cento e cinquanta, duecentomila abitanti, domanda: — Qui ci sono cristiani?<br />

— e gli si risponde: — No, neppure uno! — Credete che a queste risposte<br />

ho pianto più volte, e maggiormente mi sono prefissato <strong>di</strong> tutto soffrire per la<br />

conversione <strong>di</strong> questi poveri pagani».<br />

Luyi era un hsien (xian), termine che corrisponde a un nostro Comune <strong>di</strong> non<br />

grande entità. Comprendeva un paese quasi tutto cristiano e aveva poco lontano<br />

altri due villaggi nei quali i cristiani erano molti. Era stato fondato dai gesuiti nel<br />

1704 e santificato dalla presenza <strong>di</strong> san Gabriele Perboyre, missionario lazzarista,<br />

martire del 1840. Era quin<strong>di</strong> un paese cristiano da generazioni. Di caratteristico<br />

c’era la scuola per catechisti, che preparava anche alcune catechiste per le donne.<br />

Lo meravigliò vedere gli uomini e le donne così separati, da avere perfino due<br />

chiese <strong>di</strong>verse. O meglio, la chiesa era fatta a elle: nella navata centrale, più grande,<br />

stavano gli uomini, <strong>di</strong> fronte all’altare; nell’altra navata stavano le donne che<br />

vedevano l’altare <strong>di</strong> lato. Le preghiere non erano recitate, ma cantate. Cominciavano<br />

tre quarti d’ora prima della Messa e continuavano anche dopo. Alle domeniche<br />

la chiesa si riempiva, tanto che a padre <strong>Uccelli</strong> sembrava <strong>di</strong> essere a Reggio<br />

Emilia.<br />

«Sono tutti vecchi cristiani — scrive al padre — e hanno una fede viva che si<br />

riconosce dalle loro opere. Sono molto obbe<strong>di</strong>enti al Padre».<br />

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