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Luca Augusto Pietro Uccelli, uomo di dio (Biografia) - saveriani.com

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timo saluto alla Madonna. Dopo una preghiera in santuario, <strong>Uccelli</strong> chiese del padre<br />

Tomaso, che era stato suo confessore negli ultimi anni. L’incontro dei due vegliar<strong>di</strong><br />

<strong>com</strong>mosse i religiosi, che si erano radunati per salutare il padre <strong>Uccelli</strong>.<br />

Un altro giorno, il 28 settembre, padre <strong>Pietro</strong>, per quella venerazione che nutriva<br />

verso i pastori della Chiesa, volle che lo portassero a salutare il vescovo, mons.<br />

Zinato. I sacerdoti della Curia, avvisati per telefono, si fecero attorno al santo vegliardo,<br />

facendogli festosa accoglienza. Mons. Zinato lo accolse cor<strong>di</strong>almente nel<br />

suo stu<strong>di</strong>o, assieme al rettore padre Zotti che lo ac<strong>com</strong>pagnava. Quando si ac<strong>com</strong>iatò,<br />

il vescovo aprì l’intera porta della sua stanza <strong>di</strong>cendo: «Questa porta si è<br />

aperta tutta, poco fa, per il Car<strong>di</strong>nale Elia Della Costa ed ora si apre per lei, padre<br />

<strong>Uccelli</strong>». E il buon vecchio: «Oh, eccellenza, io non sono degno! Sono un povero<br />

missionario!». Alcuni giorni dopo, il Vescovo si recò a sua volta all’Istituto a visitare<br />

l’ammalato e a impartirgli la sua bene<strong>di</strong>zione.<br />

Ormai, ai primi <strong>di</strong> ottobre, padre <strong>Uccelli</strong> si era messo a letto per non alzarsi<br />

più. La notizia dell’aggravarsi della malattia si sparse presto per tutta la <strong>di</strong>ocesi.<br />

Tutti volevano vederlo per l’ultima volta. Ci fu un via vai <strong>di</strong> gente che veniva a<br />

salutare il santo missionario.<br />

Gli allievi missionari si davano il turno in cappella a pregare per l’ammalato; i<br />

Padri della casa erano continuamente attorno al suo letto. Provvidenzialmente, dal<br />

settembre <strong>di</strong> quell’anno, era <strong>di</strong>venuto rettore della casa il padre Giovanni Zotti,<br />

che era stato <strong>di</strong>rettore <strong>di</strong> un ospedale in Cina e aveva quin<strong>di</strong> una certa esperienza<br />

<strong>di</strong> malati. Sarà lui ad assisterlo con affetto e de<strong>di</strong>zione filiali. Si era messo nella<br />

stanza accanto, lasciando aperta la porta per accorrere ad ogni momento, per qualsiasi<br />

cosa potesse avere <strong>di</strong> bisogno. Gli fece da vero infermiere, servendolo in tutto.<br />

La presenza <strong>di</strong> padre Zotti gli dava un senso <strong>di</strong> sicurezza, tanto che quando<br />

mancava, chiedeva: «Il Rettore? Dov’è il padre rettore? Non torna il padre Rettore?».<br />

Un giorno, quando pareva stare un po’ meglio, il padre Cisco gli <strong>di</strong>sse: «Padre,<br />

preghi San Giuseppe che ci man<strong>di</strong> l’organo. È un pezzo che i ragazzi hanno messo<br />

la domanda davanti alla statuetta». E lui: «Verrà, verrà! Abbiate fiducia!». Poi,<br />

scherzando: «Quand’era giovane San Giuseppe era svelto, ora che è vecchio va un<br />

po’ più piano. Ma arriverà sicuro con i suoi doni». A padre Zulian che gli parlava<br />

della Cina e dei cristiani che ancora lo ricordavano, <strong>di</strong>ceva: «Tutto passa, tutto<br />

passa!».<br />

Venne a visitarlo mons. Assuero Bassi, vescovo <strong>di</strong> Luoyang, in Cina, cacciato<br />

anche lui dai <strong>com</strong>unisti. Dopo i saluti, gli <strong>di</strong>sse: «Ti ricor<strong>di</strong> <strong>di</strong> Niuchuang?». Ec<strong>com</strong>e<br />

se lo ricordava! Quell’irruzione dei briganti era stato il momento più drammatico<br />

della sua vita. Rispose: «Fu San Giuseppe a salvarci…».<br />

Una mattina padre Zulian entrò in camera e vide padre <strong>Uccelli</strong> che muoveva le<br />

braccia sbattendo la corona e mormorava qualche cosa. Gli <strong>di</strong>sse: «Padre, che sta<br />

facendo? Pre<strong>di</strong>ca agli uccelli?». Ed egli: «Sì, e veda <strong>com</strong>e stanno zitti…» e picchiava<br />

il muro della parete perché Zulian guardasse. Non vi aveva mai fatto caso,<br />

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