Luca Augusto Pietro Uccelli, uomo di dio (Biografia) - saveriani.com

fettura in Vicariato apostolico. La cosa era nell’aria, e il Fondatore aveva già richiesto
ai missionari di fare tre nomi, tra cui la Santa Sede avrebbe scelto il Vicario.
L’indicazione doveva indicare il dignus, dignior, dignissimus. Non è a dire
che tutti indicarono come il più degno il padre Luigi Calza; anche il nostro, in una
lettera del febbraio-marzo 1911, aveva dato il suo voto a padre Calza, tessendone
l’elogio delle virtù. Padre Uccelli aveva scritto: «La persona che più di ogni altra
potrà portare degnamente il sublime onere della dignità vescovile, sono profondamente
persuaso sia il rev.mo padre Luigi Calza, nostro amatissimo Prefetto apostolico.
Le virtù di questo degnissimo apostolo sono tali e tante che non saprei
trovarle in nessun altro dei miei carissimi confratelli. Virtù sode, fede viva, pazienza
a tutta prova, zelo ardentissimo, prudenza non comune, carità grande e operosa,
e bel modo di comandare. Ecco ciò che mi toglie ogni esitazione sulla
scelta della persona che deve portare la nostra amatissima Missione a qualche cosa
di grandioso». 3 L’unico che gemeva per la scelta era proprio il candidato.
Mons. Conforti era già stato informato dal Cardinale Gotti, Prefetto di Propaganda
Fide, con lettera del 6 di ottobre 1911, della nomina di padre Calza a Vicario
apostolico, ma probabilmente la copia del decreto fu ricevuta più tardi dal Vescovo
Conforti e questi, a sua volta, la inviò a mons. Calza solo il 25 ottobre. Tre
giorni prima, aveva comunicato ufficialmente a mons. Pietro Del Soldato, Arcidiacono
della Cattedrale, la nomina di padre Calza, aggiungendo di aver ricevuto
anche il Mandato apostolico di consacrare personalmente il neo eletto nella Cattedrale
di Parma. 4
Conforti fin dal gennaio di quell’anno, 1911, in previsione dell’erezione a Vicariato,
aveva inviato a Propaganda Fide una Relazione sullo Stato della Prefettura,
accompagnata da una lettera nella quale scriveva:
«Tre anni e mezzo or sono, quando venne affidata ai Missionari dell’Istituto
Parmense, (la Missione) non contava che 800 cristiani di fresco convertiti, e ora
ne conta ben 5.000, oltre 6.200 catecumeni, che tra breve riceveranno il santo Battesimo.
Non possedeva, all’atto della sua fondazione, che tre piccole residenze
coperte di paglia, ed ora ne conta 12, con altrettante Cappelle e 48 Oratori, oltre a
un’ampia chiesa in bello stile gotico presso la residenza principale».
La Relazione annessa aggiunge che nella Missione ci sono 11 Missionari italiani
e nessun sacerdote cinese, non avendolo potuto ottenere dal Vicariato da cui
la Missione era stata distaccata.
Lo Specchio statistico dell’8 settembre 1911, pubblicato su Fede e Civiltà, presenta
una notevole divergenza sul numero dei cristiani: questi sarebbero 3.813, i
catecumeni 3.023. 5 A completare i dati aggiunge il numero dei catechisti, 64 e
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3 Vedi anche giudizio per la nomina a Prefetto, in TEODORI, Virtù e opere, 5.12.1906, pag. 68.
4 TEODORI, Beato Guido Maria Conforti arcivescovo vescovo di Parma negli anni 1910-1911,
Città del Vaticano, Libreria Vaticana, 1997, pag. 618-619. [FCT 18]
5 Parma nell’Estremo Oriente, pag. 21. Per la lettera e la Relazione Conforti vedi TEODORI,
Missioni in Cina, pag. 432-434 [FCT 10]. La lettera riporta le cifre usate nell’Omelia, recitata da
mons. Arcivescovo-Vescovo Guido M. Conforti il giorno dell’Epifania 1911 nella cattedrale di
Parma, su riferimento di qualche missionario, arrotondate per più facile comprensione e riportate
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