Luca Augusto Pietro Uccelli, uomo di dio (Biografia) - saveriani.com
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paese <strong>di</strong>stante venti chilometri e gli avevano portato in dono mezzo maiale, alcune<br />
galline e molti dolci. Ci fa così sapere che la sua “parrocchia” — chiamiamola così<br />
— non si limita al paesello, ma si estende a destra e a sinistra, <strong>com</strong>prendendo<br />
un territorio esteso <strong>com</strong>e Parma, Reggio e Modena insieme: non ha quin<strong>di</strong> tempo<br />
<strong>di</strong>… star fermo. La sua residenza è piccola, ma in <strong>com</strong>penso vi sono molti cristiani<br />
— molti nel confronto <strong>di</strong> tanti luoghi dove non ce n’è nessuno.<br />
«Sono tutti buoni e fervorosi; amano il Padre con tutto il cuore, e solo che il<br />
Padre parli, sono pronti a obbe<strong>di</strong>rgli». Diceva che i cristiani erano un centinaio,<br />
con i <strong>di</strong>eci che aveva battezzato a Natale. Altri sette-otto li avrebbe battezzati per<br />
l’Epifania. Il suo primo battesimo però, lo aveva amministrato quand’era a Luyi<br />
ed era un <strong>uomo</strong> <strong>di</strong> 40 anni a cui aveva posto il nome <strong>di</strong> Battista, <strong>com</strong>e suo padre.<br />
Il 13 febbraio padre Pelerzi scrive una lettera a Parma, raccontando <strong>com</strong>e i<br />
missionari hanno passato il Capodanno cinese. Si tenga presente che si tratta<br />
dell’anno lunare. Per i cinesi, nel 1907, l’anno vecchio terminava il 13 febbraio e<br />
l’anno nuovo iniziava il 14; ma anche i giorni che seguivano erano giorni <strong>di</strong> festa<br />
e <strong>di</strong> baldorie. I Padri <strong>saveriani</strong> — li chiameremo così, anche se questo nome si è<br />
<strong>com</strong>inciato a usare solo molti anni dopo — erano riuniti tutti nella residenza <strong>di</strong><br />
Xiangxian e avevano approfittato <strong>di</strong> quel tempo <strong>di</strong> festa, per fare insieme un corso<br />
<strong>di</strong> esercizi spirituali. Erano in sette: il Prefetto apostolico padre Calza, i primi tre<br />
suoi <strong>com</strong>pagni e i tre ultimi arrivati.<br />
Dopo <strong>di</strong> aver descritto le feste <strong>di</strong> capodanno, padre Pelerzi, cronista ufficiale, ci<br />
fa sapere <strong>di</strong> essere uscito con padre <strong>Uccelli</strong> per una passeggiata lungo le mura della<br />
città. Fatta un po’ <strong>di</strong> strada sentirono un grande abbaiare. Si avvicinarono e videro<br />
un branco <strong>di</strong> cani che si contendevano il corpicciolo <strong>di</strong> un bambino. Al loro<br />
arrivo i cani fuggirono, portandosi via i resti <strong>di</strong> quel cadaverino <strong>di</strong>laniato. Padre<br />
<strong>Uccelli</strong>, impressionato dal macabro spettacolo, chiese a un passante che cosa fosse<br />
successo. Quegli spiegò che i bambini morti venivano gettati via, e in<strong>di</strong>cò una<br />
fossa lungo la mura dove si vedevano alcuni involti <strong>di</strong> stracci. Disse poi che, a<br />
volte, venivano gettati via anche i bambini appena nati, che non si volevano allevare.<br />
Spesso si trattava <strong>di</strong> bambine che per la famiglia erano considerate un peso.<br />
Era la piaga dell’infantici<strong>di</strong>o; non si sa se in questi costumi avesse più peso la miseria<br />
o la superstizione. I due Padri se ne tornarono tristi alla loro casa.<br />
Un’altra occasione per incontrarsi tutti si ebbe il 13-17 marzo. Erano arrivati<br />
dall’Italia altri due confratelli, i padri Disma Guareschi e Vincenzo Dagnino, tutti<br />
e due parmigiani. Il primo era entrato nell’Istituto nell’estate del 1905 a 24 anni,<br />
dal seminario <strong>di</strong> Parma; il secondo, padre Vincenzo, era entrato da ragazzo in<br />
Borgo Leon d’Oro fin dal 1896 ed era cresciuto, si può <strong>di</strong>re, sotto gli occhi del<br />
Fondatore. Erano stati consacrati preti insieme il 22 settembre 1906 ed erano partiti<br />
per la Cina quattro mesi dopo, il 25 gennaio 1907.<br />
Il Prefetto apostolico, padre Luigi Calza, era andato a incontrarli fino ad Hankou<br />
e insieme erano saliti in treno la mattina del 12 marzo <strong>di</strong>retti al nord, verso la<br />
missione. Probabilmente era un <strong>di</strong>retto o <strong>di</strong>rettissimo che non faceva fermate interme<strong>di</strong>e;<br />
il treno fece sosta a Zhengzhou e <strong>di</strong> là dovettero ritornare verso il sud,<br />
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