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Luca Augusto Pietro Uccelli, uomo di dio (Biografia) - saveriani.com

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marzo, per gli auguri nell’anniversario della sua nascita e del battesimo. Di nuovo<br />

<strong>Uccelli</strong> e Bonar<strong>di</strong> il 4 aprile, giorno <strong>di</strong> Pasqua, sono andati a fare gli auguri al Vescovo.<br />

Gli notificano che sono arrivate alla stazione le casse dalla Cina e il giorno<br />

dopo Sua Eccellenza si reca all’Istituto ad «ammirare gli oggetti portati da padre<br />

<strong>Uccelli</strong>». In seguito padre <strong>Uccelli</strong> ebbe altre occasioni <strong>di</strong> incontrare il Fondatore o<br />

perché egli veniva all’Istituto o perché lui stesso si recava in episcopio.<br />

Nell’anno 1920 ricorreva il 25° <strong>di</strong> fondazione dell’Istituto e mons. Conforti<br />

sperava che in tale occasione venissero approvate le Costituzioni. La Sacra Congregazione<br />

dei Religiosi tergiversava, perché le Costituzioni dettate dal Conforti<br />

contenevano testi esortativi che non erano ammessi nelle <strong>di</strong>rettive del nuovo Diritto<br />

Canonico. Fortunatamente, per <strong>di</strong>sposizione pontificia, il 15 giugno <strong>di</strong><br />

quell’anno, l’Istituto fu posto sotto la giuris<strong>di</strong>zione <strong>di</strong> Propaganda Fide anche per<br />

quanto riguardava la vita religiosa; così l’esame delle Costituzioni passò a Propaganda<br />

che le approvò in data 22 novembre, anche se, ufficialmente il decreto porterà<br />

la data del 6 gennaio 1921.<br />

In vista <strong>di</strong> questa approvazione, mons. Conforti aveva dato il via al primo Noviziato<br />

ufficiale della Congregazione, che ebbe inizio il 16 settembre 1920 con<br />

padre Giovanni Bonar<strong>di</strong> <strong>com</strong>e Maestro e 22 novizi, <strong>di</strong> cui otto erano studenti <strong>di</strong><br />

teologia e 14 <strong>di</strong> liceo.<br />

Fu chiamato a pre<strong>di</strong>care gli Esercizi spirituali il padre Ambrosiani, gesuita, il<br />

quale <strong>di</strong>ede anche preziose in<strong>di</strong>cazioni per la conduzione del Noviziato. Tra l’altro<br />

fu chiarito che il Maestro era anche Direttore spirituale dei novizi. La funzione <strong>di</strong><br />

PADRE <strong>Uccelli</strong> dunque si limitava a quello <strong>di</strong> confessore; ciò gli rendeva più facile<br />

rispondere alle domande <strong>di</strong> ministero che gli provenivano da Reggio Emilia,<br />

<strong>com</strong>e anche da Parma.<br />

Nel frattempo era avvenuto uno spiacevole malinteso con il Fondatore. PA-<br />

DRE <strong>Uccelli</strong> aveva avuto un incontro con padre Sartori, forse in occasione della<br />

sua venuta a Parma alla fine <strong>di</strong> marzo, e ne aveva ascoltato le lamentele nei confronti<br />

<strong>di</strong> padre Bonar<strong>di</strong>, Economo dell’Istituto. <strong>Uccelli</strong>, per la confidenza che aveva<br />

con Bonar<strong>di</strong>, gliene parlò, prendendo per oro colato ciò che aveva sentito da<br />

Sartori. Bonar<strong>di</strong> ripose seccato e, all’occasione, se ne lamentò con il Fondatore.<br />

L’intervento <strong>di</strong> padre <strong>Uccelli</strong> poteva passare inosservato, se precedenti intemperanze<br />

<strong>di</strong> padre Sartori non fossero state così gravi da provocare una severa lettera<br />

da parte dello stesso Fondatore. Conforti ne era stato amareggiato e, nella lettera,<br />

si chedeva se non fosse anche colpa sua che, dopo 25 anni dalla fondazione,<br />

mancasse in una parte dei suoi membri «lo spirito <strong>di</strong> concor<strong>di</strong>a, <strong>di</strong> regolarità e <strong>di</strong><br />

mortificazione, e se perfino le colonne maestre vacillassero, minacciando <strong>di</strong> crollare».<br />

Terminava con un mea culpa. 4<br />

In questo stato d’animo mons. Conforti chiamò <strong>Uccelli</strong> per ammonirlo <strong>di</strong> non<br />

essere, anche lui, causa <strong>di</strong> <strong>di</strong>sunione. Forse, nell’amarezza del suo animo, il Fondatore<br />

può avere usato qualche parola forte, ma viste le buone <strong>di</strong>sposizioni del<br />

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4 TEODORI, Lettere ai Saveriani II, Lettera a Sartori, 7.3.1920, pag. 80-82.<br />

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