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12/2010 - Università degli Studi del Molise

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Brevi considerazioni su Marx e i marxisti tra diritto, economia e società<br />

oggi il diritto di famiglia francese nei suoi principi fondamentali è ispirato<br />

all’eguaglianza (dei coniugi, dei genitori e dei figli) invece l’emarginazione<br />

<strong>del</strong>le donne e dei minori evidenziata dall’analisi strutturale di<br />

Arnaud dimostra la profonda ineguaglianza che permeava il Code Napoléon<br />

<strong>del</strong>le origini 42 .<br />

Il riconoscimento di un’uguaglianza soltanto formale, strettamente<br />

legata ai profili patrimonialistici, nasconde, attraverso i diversi tipi di<br />

status, una diversa partecipazione al gioco <strong>degli</strong> scambi. Nel caso <strong>del</strong>la<br />

donna il risultato è una vera e propria estromissione dalla vita giuridica.<br />

La donna sposata è sottomessa al proprio marito e poi, progressivamente,<br />

al consiglio di famiglia e al giudice. Vari sono gli obblighi <strong>del</strong>la<br />

moglie, innanzitutto quello di obbedienza al marito, quello di coabitazione<br />

nel luogo che egli ha scelto come domicilio e di seguirlo ovunque<br />

voglia fissare la residenza. Balza agli occhi la norma che in caso di adulterio<br />

<strong>del</strong>la moglie prevede la condanna alla reclusione da tre mesi a due<br />

anni in casa di correzione da stabilirsi nel giudizio di divorzio (art. 298<br />

c.c. fr., art. 337 Code pénal française <strong>del</strong> 1810 e art. 559 c.p. it. sino alle pronunzie<br />

<strong>del</strong>la Corte cost. negli anni 1968-1969). La manus maritalis influenza<br />

costantemente la vita giuridica <strong>del</strong>la donna e si concretizza nell’istituto<br />

<strong>del</strong>l’autorizzazione necessaria per tutta una serie di atti. Sarà necessaria<br />

per la comparizione in giudizio <strong>del</strong>la moglie, anche quando oggetto<br />

<strong>del</strong> giudizio siano beni estranei alla comunione, perché, se è vero che<br />

la moglie ha l’amministrazione e il godimento dei beni parafernali, che<br />

non sono oggetto di dote, non potrà né alienarli né far valere i relativi diritti<br />

in giudizio senza l’autorizzazione <strong>del</strong> marito o, in subordine <strong>del</strong> giudice.<br />

La donna deve essere autorizzata per accettare un’eredità successione,<br />

compiere una donazione, acquistare, alienare o ipotecare un bene,<br />

sia a titolo oneroso sia a titolo gratuito. Anche in caso di separazione la<br />

donna ha bisogno <strong>del</strong>l’autorizzazione o deve chiedere la partecipazione<br />

<strong>del</strong> marito alla redazione <strong>del</strong>l’atto.<br />

Il legislatore napoleonico voleva un’unica gestione <strong>del</strong>la famiglia<br />

affidata al marito. Significativi gli articoli 1421 e 1549 che attribuiscono<br />

al marito sia il potere di amministrare, vendere e ipotecare i beni <strong>del</strong>la<br />

comunione, senza l’intervento <strong>del</strong>la moglie, sia di amministrare i beni dotali<br />

durante il matrimonio, di percepire frutti ed interessi, riservando annualmente,<br />

solo se previsto dal contratto di matrimonio, alla moglie una<br />

parte <strong>del</strong>le sue rendite «unicamente per le minute spese e per i bisogni<br />

<strong>del</strong>la sua persona».<br />

42 A.-J. ARNAUD, La regola <strong>del</strong> gioco nella pace borghese, cit., p. 109 ss.<br />

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