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12/2010 - Università degli Studi del Molise

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L’ethos <strong>del</strong>la scienza. Su Wissenschaft als Beruf di Max Weber<br />

sul valore non rappresenterebbe allora alcun problema, quanto invece<br />

un’opportunità. Ma le cose non stanno così. Infatti, la nostra civiltà, per<br />

Weber, è entrata così a fondo nello spirito <strong>del</strong>la razionalizzazione da logorare<br />

la fiducia <strong>del</strong> singolo nella propria competenza e capacità decisionale.<br />

Anche nelle proprie decisioni sul valore il singolo vuole avere<br />

quella certezza e garanzia oggettiva cui si è normalmente abituati nel mondo<br />

tecnicizzato. E così anche nella sfera <strong>del</strong>le decisioni sul senso e sul valore,<br />

invece che ricorrere alla libertà si vuole invocare anche qui l’oggettività<br />

<strong>del</strong>la scienza. In tal modo si giunge alla congiuntura <strong>del</strong>le ideologie<br />

che tentano di aumentare la loro reputazione dipingendosi e ammantandosi<br />

di scienza. Questo è il lavoro di quelli che Weber chiama i «profeti<br />

in cattedra», ovvero di coloro che si oppongono alla mancanza di misteri<br />

di un mondo disincantato dalla razionalizzazione, razionalizzando<br />

in maniera scorretta, l’ultimo mistero rimasto, quello <strong>del</strong>la personalità<br />

e <strong>del</strong>la sua libertà. Invece di lasciar stare il mistero là dove esso ancora<br />

sussiste, cioè nell’anima <strong>del</strong> singolo, i «profeti in cattedra» immergono<br />

il mondo disincantato nella penombra di un nuovo incantamento. 5<br />

Weber esorta ad una precisa distinzione: da una parte il sicuro dominio<br />

<strong>del</strong> mondo, dall’altra il rispetto <strong>del</strong> mistero <strong>del</strong>la persona, anche<br />

se questa talvolta tende a liberarsi dal peso <strong>del</strong>la libertà, evitando, inoltre,<br />

di ricorrere all’inganno e all’illusione di confondere e mescolare in<br />

maniera confusa fede, scienza e politica.<br />

Tuttavia, le esortazioni di Weber non ebbero seguito, specialmente<br />

nell’intricato e convulso groviglio di profezie, visioni, dottrine salvifiche<br />

e ideologie che si stavano affermando nella Germania <strong>del</strong> tempo.<br />

Infatti nei primi anni <strong>del</strong>la Repubblica di Weimar ci fu un proliferare di<br />

«profeti in cattedra» e di «santi <strong>del</strong>l’inflazione che volevano redimere la<br />

Germania e il mondo comparendo per strada, nei boschi, nelle piazze <strong>del</strong><br />

mercato, nelle tende da circo e nei fumosi retrobottega <strong>del</strong>le bettole» 6 . I<br />

diversi vati di quegli anni avevano tutti un tono millenaristico e apocalittico,<br />

ed erano «i profeti erranti <strong>del</strong>le eccitazioni rivoluzionarie di fine<br />

guerra, i decisionisti <strong>del</strong> rinnovamento <strong>del</strong> mondo, i metafisici diventati<br />

selvaggi e affaristi alla fiere <strong>del</strong>le ideologie e <strong>del</strong>le religioni succedanee»<br />

7 , tutti intenti a fornire mille interpretazioni <strong>del</strong>lo zeitgeist, <strong>del</strong> mon-<br />

5 Cfr. SAFRANSKI R., Heidegger e il suo tempo. Una biografia filosofica, cit., 114.<br />

6<br />

IVI, p. 115.<br />

7<br />

IVI, p. 116. Per una lucida diagnosi sugli accenti mistici, apocalittici e rivoluzionari<br />

dei primi decenni <strong>del</strong> ventesimo secolo cfr. Musil R., Der Mann ohneigenschaften, trad. it.<br />

L’uomo senza qualità, Einaudi, Torino, 1957, vol. I, pp. 49-50: «…era insorta improvvisamente<br />

in tutta l’Europa una febbre vivificante. Nessuno sapeva bene cosa stesse nascendo; nes-<br />

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