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12/2010 - Università degli Studi del Molise

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Agostino Guarente<br />

ed elettorato. Questo è particolarmente rilevante per i partiti di sinistra,<br />

che storicamente hanno rappresentato i gruppi ora respinti ai margini <strong>del</strong>l’interesse<br />

politico; ma dato che molti problemi riguardano la massa <strong>del</strong>l’elettorato<br />

in generale, la questione si rivela ben più ampia. Mo<strong>del</strong>li di<br />

partito creati per affrontare l’ascesa <strong>del</strong>la democrazia sono stati trasformati<br />

gradualmente e impercettibilmente in qualcos’altro.<br />

L’assioma politico contemporaneo sulla sparizione <strong>del</strong>la classe sociale<br />

è anch’esso un sintomo di postdemocrazia. Nelle società non democratiche,<br />

i privilegi di classe sono sbandierati con orgoglio ed arroganza,<br />

ed alle classi subordinate si chiede di riconoscere tale loro condizione;<br />

la democrazia sfida i privilegi di classe in nome <strong>del</strong>le classi subordinate;<br />

la postdemocrazia nega l’esistenza di entrambi, privilegi e subordinazione.<br />

Anche se questa negazione può essere vigorosamente contestata<br />

attraverso l’analisi sociologica, è certamente via via più difficile per<br />

chiunque, a parte gli azionisti e la classe manageriale, sempre più sicuri<br />

di sé, percepirsi, o essere percepiti, come un gruppo sociale chiaramente<br />

definito. Questo fatto, e lo squilibrio che produce, è una causa rilevante<br />

dei problemi <strong>del</strong>la democrazia.<br />

Verso la fine <strong>del</strong> XIX secolo gruppi di operai, molti di quelli specializzati<br />

ed anche alcuni di quelli non specializzati, si organizzarono con<br />

successo creando i sindacati ed aspirando alla piena partecipazione politica<br />

nella gran parte <strong>del</strong> mondo industrializzato, ma con esperienze molto<br />

diverse nei vari Paesi. In Francia, Svizzera e Stati Uniti la conquista<br />

<strong>del</strong>la democrazia formale andò a scapito <strong>del</strong>l’affermazione <strong>del</strong>le organizzazioni<br />

<strong>del</strong> lavoro - con un paradossale indebolimento <strong>degli</strong> interessi dei<br />

lavoratori autonomamente organizzati in queste nazioni. In alcuni altri<br />

casi - come Gran Bretagna e Danimarca - non vi fu un’unica battaglia risolutiva<br />

per il suffragio, ma un progresso graduale. In molti altri casi la<br />

lotta fu difficile, violenta ed in numerosi Paesi non fu vinta se non dopo<br />

periodi più o meno lunghi di fascismo od altre forme di repressione. Nonostante<br />

questa estrema diversità sulla strada <strong>del</strong>la democrazia, quasi sempre<br />

la classe operaia ha sperimentato qualche forma di esclusione politica.<br />

Vi era anche un forte senso di esclusione sociale, poiché la maggior<br />

parte dei gruppi di lavoratori non manuali <strong>del</strong> periodo ritenevano persino<br />

gli operai specializzati socialmente inadeguati. Questi fattori erano<br />

rafforzati da mo<strong>del</strong>li di segregazione abitativa che producevano comunità<br />

di una sola classe nelle periferie di molte città industriali.<br />

Le distinzioni non erano mai nette, ed altre divisioni si dimostrarono<br />

spesso più importanti: con l’eccezione <strong>del</strong>la Scandinavia, le differenze<br />

tra cattolici e protestanti, o religiosi e laici, o entrambi, contrastavano<br />

e spesso oscuravano quelle tra le classi. Tuttavia, l’attività politica<br />

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