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12/2010 - Università degli Studi del Molise

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Nel cognome <strong>del</strong>la madre<br />

le: «la famiglia è un’isola che il mare <strong>del</strong> diritto può lambire, ma lambire<br />

soltanto, lasciando al suo interno liberi di dispiegarsi i rapporti di forza»<br />

77 . Ma proprio in forza di tale autorevole riflessione, il diritto deve intervenire<br />

svolgendo la sua funzione pedagogica.<br />

10.2 Il difficile approdo <strong>del</strong>la novella<br />

Com’è stato illustrato le proposte di legge di modifica <strong>del</strong> sistema<br />

vigente non mancano. E’ lecito, quindi, domandarsi come mai l’Italia preferisca<br />

rimanere inadempiente alle sollecitazioni sovranazionali, piuttosto<br />

che adottare una <strong>del</strong>le soluzioni prospettate.<br />

Torna, dunque, il discorso <strong>del</strong>la tradizione.<br />

Nel momento in cui l’uomo dà il proprio cognome al figlio, sottrae<br />

alla donna l’atto <strong>del</strong> far nascere attraverso il proprio corpo, nel senso biologico<br />

di “dare alla luce”, in quanto il padre, attraverso l’estensione <strong>del</strong><br />

suo cognome al figlio, ne determina la ri-nascita civile.<br />

È anche vero, che tale imposizione, ha forse rappresentato, e tuttora<br />

rappresenta, almeno nel nostro Paese, una sorta di cordone ombelicale<br />

virtuale che lega il padre al figlio, posto che quello <strong>del</strong>la madre, seppure<br />

fisicamente reciso alla nascita, rimane segno in<strong>del</strong>ebile di un legame,<br />

che in realtà non sarà mai sciolto.<br />

Il meccanismo <strong>del</strong>la “trasmissione” <strong>del</strong> cognome <strong>del</strong> padre al figlio,<br />

dunque, dovrebbe fungere da compensazione all’apparente estraneità <strong>del</strong>l’uomo<br />

alla gravidanza e al parto, vissuti pubblicamente dalla donna, mentre<br />

il momento <strong>del</strong> concepimento, seppure indispensabile alla procreazione,<br />

rimane circoscritto all’intimità <strong>del</strong>la coppia.<br />

Il padre, attribuendo il suo cognome al figlio, si inserisce nella nuova<br />

inscindibile e riconoscibile coppia composta dalla madre e dal bambino,<br />

ove altrimenti egli si sentirebbe a questa estranea.<br />

Quale potrebbe essere, quindi, una formulazione che sia rispettosa<br />

di tutti gli interessi in gioco?<br />

Muovendo dalla specificazione <strong>del</strong> diritto al nome, quale attributo<br />

<strong>del</strong>la personalità <strong>del</strong>l’individuo, si ritiene che esso debba essere tutelato<br />

anche dal punto di vista <strong>del</strong>l’individuo medesimo.<br />

Ciò significa, che oltre a tener conto <strong>del</strong>l’interesse dei genitori a trasmettere<br />

ai propri figli l’eredità simbolica <strong>del</strong>le proprie origini familiari,<br />

speculare a quello dei figli di vedersi attribuire tale eredità, occorre tener<br />

conto anche <strong>del</strong> diritto al nome, quale diritto <strong>del</strong>la persona che lo por-<br />

77 A.C. JEMOLO, La famiglia e il diritto, 1957, riportato in AA. VV., «Verso la terra dei<br />

figli», Milano, 1994, p. 69.<br />

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