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12/2010 - Università degli Studi del Molise

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Carmela Amura<br />

guito dal suffisso son, se maschio, dottir se femmina. Quindi, solo i fratelli<br />

maschi o le sorelle femmine avranno il cognome uguale fra loro, mentre<br />

nella stessa linea di fratelli e sorelle ci saranno due cognomi diversi 14 .<br />

Alcune nazioni, come la Romania, non permettono che la moglie<br />

mantenga un cognome diverso da quello <strong>del</strong> marito. Altre, come la Svizzera,<br />

consentono l’opposto, cioè che il marito possa prendere il cognome<br />

<strong>del</strong>la moglie. In Ungheria le donne sposate sono chiamate ufficialmente<br />

con il cognome e il nome <strong>del</strong> marito seguiti dal suffisso -né 15 ; in Lituania<br />

esistono regole simili anche per i figli 16 . Proprio queste usanze sono<br />

causa spesso di contenzioso in occasione di esigenze di trascrizione nei<br />

registri <strong>del</strong>le anagrafi di Stati che non prevedono tali modifiche.<br />

3. Una storica discriminazione<br />

La questione che riguarda l’attribuzione <strong>del</strong> cognome ed i problemi<br />

derivanti dall’impossibilità, che residua in taluni ordinamenti, tra cui il nostro,<br />

di poter attribuire al figlio il cognome <strong>del</strong>la madre, si ricollega alla storica<br />

discriminazione operata nei confronti <strong>del</strong>le donne, legittimata da norme<br />

di legge vigenti ancora all’indomani <strong>del</strong>l’adozione <strong>del</strong>la Costituzione<br />

italiana, che invece dà ampio riconoscimento al diritto all’uguaglianza.<br />

Sono state necessarie faticose lotte condotte da donne per far affermare<br />

e concretizzare il diritto all’uguaglianza senza distinzione di sesso<br />

ed il divieto di discriminazione in base al sesso, nonché per la riforma<br />

<strong>del</strong> diritto di famiglia, che tali principi non rispecchiava affatto.<br />

Ricordiamo, a proposito, che l’ultima riforma <strong>del</strong> diritto di famiglia<br />

risale appena al 1975 e che fino ad allora, con i codici <strong>del</strong> 1865 e <strong>del</strong> 1942,<br />

il pater familias aveva potere prevalente. La trasmissione <strong>del</strong>l’eredità materiale,<br />

il patrimonio di famiglia, era veicolata dall’eredità simbolica, il nome,<br />

appunto, poiché si propendeva a lasciare intatto l’asse ereditario, per passarlo<br />

al figlio primogenito maschio secondo le antiche tradizioni17 .<br />

14 In questo Paese, unico in Europa, l’elenco <strong>del</strong> telefono è compilato in ordine <strong>del</strong><br />

nome di battesimo.<br />

15 Ad esempio, la moglie di un uomo di nome János Szabó (o SzabóJános, nell’ordine<br />

ungherese che pone prima il cognome) è chiamata Szabó Jánosné.<br />

16 Un uomo il cui cognome è Danilevicius, passerà ai figli maschi il cognome Danilevicius<br />

e alle figlie il cognome Danileviciuté; la moglie invece dopo il matrimonio assumerà<br />

il cognome Danileviciené.<br />

17 A questo proposito è utile ricordare quante figlie sono state relegate nei conventi, al<br />

fine di lasciare l’intero patrimonio all’erede figlio maschio. Per tutte rammentiamo al lettore<br />

la più famosa vicenda <strong>del</strong>la Monaca di Monza, narrata dal Manzoni ne “I Promessi Sposi”.<br />

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