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12/2010 - Università degli Studi del Molise

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Michele Della Morte<br />

Se la prima (democrazia partecipativa), pretende caratterizzare una<br />

specifica teoria democratica, la seconda (democrazia <strong>del</strong>iberativa) esprime<br />

l’idea secondo la quale la valutazione ragionata e ragionevole di argomenti,<br />

a favore o contro una decisione, rappresenta il metodo indefettibile<br />

per giungere ad un’appropriata definizione <strong>del</strong>l’interesse generale<br />

nell’ambito dei sistemi pluralistici 4 .<br />

Questa distinzione consente di scindere l’analisi e di valutarne diversamente<br />

le caratteristiche.<br />

Secondo tradizionale approccio la prima espressione (democrazia partecipativa),<br />

può essere intesa in due differenti forme: a) come variante <strong>del</strong>la<br />

forma di Stato democratica; o b) come sua componente essenziale 5 .<br />

In entrambe le concezioni, essa designa un sistema per diversi aspetti<br />

complementare (dunque non alternativo) a quello rappresentativo.<br />

Tale forma caratterizzata di democrazia si propone, allora, come una<br />

sorta di risposta democratica alla crisi <strong>del</strong>la forma rappresentativa statuale,<br />

segnalata dal consolidamento di condizioni visibili e preoccupanti, quali<br />

la crescente sfiducia dei cittadini nei confronti <strong>del</strong>la politica, l’incremento<br />

<strong>del</strong>l’astensionismo elettorale, il generale deficit di legittimazione <strong>del</strong>le<br />

istituzioni rappresentative e <strong>del</strong>le strutture tradizionali di partito e la continua,<br />

incessante, stigmatizzazione <strong>del</strong>la loro inefficacia da parte dei mass<br />

media e <strong>del</strong>la stessa comunità scientifica e culturale, da decenni impegnata<br />

a ricercare le ragioni di una crisi sistemica di complessa risoluzione 6 .<br />

In tal senso può ritenersi che ogni strumento operativo ascrivibile<br />

a tale formula sia identificabile quale mezzo idoneo ad incrementare l’ac-<br />

tiva e <strong>del</strong>iberativa impone una sintesi in linea con gli obiettivi di questo studio. Cfr. dunque,<br />

nell’ambito <strong>del</strong>la dottrina anglosassone, J. BESSETTE, Deliberative democracy: the majority principle<br />

in republican government, in How democratic is the Constitution?, Washington D.C., 1980,<br />

102 ss; ; B. R. BARBER, Strong democracy: participatory politics for a new age, Berkeley, 1984; J.<br />

COHEN, Deliberation and democratic legitimacy, in A. HAMLIN – P. PETTIT (a cura di), The good<br />

polity. Normative analysis of the State, Oxford, 1989, 17 ss; D. HELD (a cura di), Prospects for<br />

democracy, Cambridge, 1993; J. BOHMAN, Public <strong>del</strong>iberation, pluralism, complexity and democracy,<br />

Cambridge, 1996; J. ELSTER (a cura di), Deliberative democracy, Cambridge, 1998; J.S. FISHKIN<br />

– P. LASLETT (a cura di), Debating <strong>del</strong>iberative democracy, Malden, MA, 2003.<br />

4 Secondo quanto correttamente sostenuto da A. PINTORE, I diritti <strong>del</strong>la democrazia,<br />

Roma–Bari, 2007, l’espressione <strong>del</strong>iberazione non è tal caso da intendersi quale sinonimo<br />

di decisione ma “nell’originario senso aristotelico, coma vaglio ragionato di argomenti pro<br />

e contro una decisione”. Sulla logica argomentativa imprescindibile la lettura di C. PEREL-<br />

MAN – L. O. TYTECA, Trattato <strong>del</strong>l’argomentazione, Torino, 1966.<br />

5 Cfr. B. R. BARBER, Participatory democracy, in The encyclopedia of democracy, London,<br />

1995, 921.<br />

6 Cfr. P. ROSENVALLON, La politica nell’era <strong>del</strong>la sfiducia, Troina, 2009. In argomento cfr.<br />

anche, da ultimo, G. ZAGREBELSKY, La difficile democrazia, Firenze, <strong>2010</strong>.<br />

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