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12/2010 - Università degli Studi del Molise

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Nel cognome <strong>del</strong>la madre<br />

È vero infatti che l’odierna società è caratterizzata ormai da evidente<br />

globalizzazione, nonché da notevoli flussi migratori che muovono dai<br />

Paesi meno ricchi verso quelli più sviluppati, alla ricerca di migliori condizioni<br />

di vita, ciò che comporta che i vari ordinamenti vengano sempre<br />

più in contatto e, spesso, in collisione.<br />

Certamente, il migrare dei popoli da un Paese all’altro, che si traduce<br />

nell’esercizio di quel fondamentale diritto alla libertà di circolazione,<br />

posto alla base <strong>del</strong>l’ideale europeo, sin dagli esordi <strong>del</strong> 1957, avrebbe<br />

dovuto far sì, come naturale conseguenza, che l’individuo potesse portare<br />

con sé, in ogni luogo, la sua personalissima ed immutabile identità,<br />

conservando il medesimo prenome ed il medesimo cognome.<br />

Questo invece non è sempre vero. Come si è evidenziato, l’evoluzione<br />

dei singoli ordinamenti si sviluppa in maniera autonoma, seguendo<br />

linee spesso simili, ma non parallele.<br />

Così, come spesso accade nel panorama europeo e comunitario,<br />

«mentre Roma discute, Sagunto finisce espugnata» 43 . Infatti, le tendenze<br />

<strong>degli</strong> ultimi anni alla eliminazione di ogni tipo di discriminazione in<br />

ragione <strong>del</strong> sesso, hanno condotto la maggior parte <strong>degli</strong> ordinamenti <strong>del</strong>l’area<br />

comunitaria a ribaltare il precedente mo<strong>del</strong>lo, pressoché uniforme,<br />

con le eccezioni di Spagna e Portogallo, che vedeva rispettata la consuetudine<br />

<strong>del</strong>la trasmissione ai figli <strong>del</strong> cognome paterno.<br />

Motore principale <strong>del</strong>la spinta riformatrice, che conduce anche la<br />

Spagna a mutare le rationes <strong>del</strong>la sua particolare disciplina, è l’esigenza<br />

antidiscriminatoria, più volte affermata negli strumenti convenzionali,<br />

speculari ad una maturazione, in senso evolutivo, <strong>del</strong> sentire giuridico<br />

e sociologico.<br />

Gli ordinamenti afferenti all’Unione, almeno per la maggior parte,<br />

adempiono, a partire dalla fine <strong>degli</strong> anni ’80, all’impegno assunto.<br />

Così, al mo<strong>del</strong>lo precedente, se ne sostituiscono tre.<br />

L’uno, quello spagnolo, che assegna ai figli entrambi i cognomi e disciplina<br />

la scelta di quello da tramandare alle successive generazioni; l’altro, quello<br />

tedesco, che attribuisce ai figli un solo cognome, denominato familiare, scelto<br />

tra quelli dei genitori; a metà strada si situa il mo<strong>del</strong>lo più recente, quello<br />

francese, che consente ai genitori di attribuire ai figli il cognome <strong>del</strong> padre,<br />

quello <strong>del</strong>la madre o entrambi, nell’ordine da essi stessi scelto.<br />

Sarà forse proprio per l’imbarazzo provocato dall’ampia scelta di mo<strong>del</strong>li<br />

giuridici disponibili, che l’Italia, in compagnia <strong>del</strong> Belgio, si sta ancora<br />

faticosamente trastullando in un atteggiamento di inadempienza.<br />

43 Dum Romae consulitur, Saguntum expugnatur, Tito Livio, Storie, XXI, 7.<br />

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