29.05.2013 Views

12/2010 - Università degli Studi del Molise

12/2010 - Università degli Studi del Molise

12/2010 - Università degli Studi del Molise

SHOW MORE
SHOW LESS

Create successful ePaper yourself

Turn your PDF publications into a flip-book with our unique Google optimized e-Paper software.

323<br />

Nel cognome <strong>del</strong>la madre<br />

duale all’identità personale. Due sfaccettature <strong>del</strong>lo stesso diritto, che possono<br />

sovrapporsi o confliggere.<br />

Se ciò di cui abbiamo sinora disquisito corrisponde al reale sentire,<br />

allora l’individuo sceglierà, quasi sempre, di mantenere l’identità che<br />

ha assunto con la nascita, che rappresenta le sue origini, con la quale è<br />

cresciuto, maturato e si è affermato in società, esprimendo un esercizio<br />

<strong>del</strong> diritto al nome, nella sfaccettatura di identificativo <strong>del</strong>la discendenza<br />

familiare.<br />

Ma se così non fosse, se quelle origini fossero spiacevoli o difficili<br />

da sostenere ogni giorno, allora l’ordinamento, in virtù <strong>del</strong> riconoscimento<br />

<strong>del</strong> diritto al nome nella sua altra connotazione di diritto all’identità<br />

“<strong>del</strong>la persona” come entità a sé stante, dovrebbe apprestare gli strumenti<br />

per consentire la libera scelta <strong>del</strong> proprio cognome.<br />

Si vuol qui sostenere che, qualora vi sia contrapposizione fra l’identità<br />

<strong>del</strong> soggetto, quale elemento identificativo <strong>del</strong>la discendenza familiare<br />

e il diritto al nome, nella sua funzione di strumento identificativo<br />

<strong>del</strong>la persona, quest’ultima debba essere considerata prevalente.<br />

Il diritto al nome si prospetta, dunque, come un diritto il cui contenuto<br />

è in divenire, poiché nasce come segno di appartenenza e “diviene”<br />

segno distintivo, introiettando, nel suo maturare, lo status familiare,<br />

che in ogni caso discende dall’unificazione di due entità.<br />

Intanto, in attesa che la debole navicella giunga in porto, l’unica possibilità<br />

per attribuire il cognome materno, è quella di avere un figlio fuori<br />

<strong>del</strong> matrimonio ed effettuare il riconoscimento paterno in un momento<br />

successivo, come ha fatto la coppia di Milano.<br />

Anche la via amministrativa, com’è stato descritto, consente di raggiungere<br />

il risultato, ma soltanto mediante l’aggiunta <strong>del</strong> cognome materno<br />

a quello paterno.<br />

Tuttavia, sebbene il Ministero <strong>del</strong>l’Interno ormai assicuri l’accoglimento<br />

di tali istanze, si può ipotizzare che tale strada sarebbe percorsa<br />

da un numero marginale di interessati, non essendo a tutti noto tale indirizzo,<br />

tra l’altro, di recente applicazione. Inoltre, c’è sempre la possibilità<br />

di eventuale opposizione da parte <strong>del</strong> padre, ad esempio nel caso<br />

di coniugi separati.<br />

Un’ulteriore considerazione, che si ritiene degna di nota, è rappresentata<br />

dal fatto che, alla luce <strong>degli</strong> orientamenti pervenuti dalle Istituzioni comunitarie,<br />

i cittadini italiani si trovano in una situazione di disagio, rispetto<br />

a quelli di altra nazionalità, residenti in Italia, ai quali è consentito attribuire<br />

il doppio cognome ai figli, in virtù <strong>del</strong>la propria legge nazionale.<br />

Sarebbe, dunque, auspicabile, che l’ordinamento riconosca, infine,<br />

il diritto <strong>del</strong>le madri a veder traslato nei figli, il proprio cognome, così

Hooray! Your file is uploaded and ready to be published.

Saved successfully!

Ooh no, something went wrong!