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IL PENSIERO ADOLESCENTE DI HITLER - Gigliolazanetti.eu

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Per il secondo turno non c’è suspense. Chirac sarà largamente eletto il 5 maggio. Ma<br />

sarà una vittoria paradossale, perché il capo dello Stato dovrà la rielezione a Le Pen, che<br />

continua a dire che l’opposizione fra destra e sinistra del sistema è puramente fittizia.<br />

Sfruttando la situazione e mirando a «riunire» il più possibile, Le Pen ha del resto già<br />

dichiarato: «Sono socialmente di sinistra, economicamente di destra e nazionalmente<br />

francese!». Nell’immediato, il successo di Le Pen rilancerà un «antifascismo» assopitosi negli<br />

ultimi mesi. Questo comportamento totalmente anacronistico rischia una volta di più di non<br />

far capire le vere cause della situazione. Infatti in Francia non c’è un 20 per cento di<br />

«fascisti», né un 11 per cento di «trotzkisti». Il risultato dello scrutinio non attesta nemmeno<br />

una spinta xenofoba o una radicalizzazione generale della società”.<br />

L’Europa dei popoli<br />

Secondo Bossi, la sinistra mira a pensare globalmente e agire localmente, mentre<br />

occorre invertire il processo, per non creare resistenze: pensare localmente e agire<br />

globalmente, valorizzando l’Europa dei popoli, cristiana, tenendo conto del passato, della<br />

storia e della tradizione. All’Europa centralista Super-Stato, neogiacobina, multirazziale,<br />

globale, in cui il potere fluisce dalle istituzioni verso i cittadini, va contrapposta e privilegiata<br />

l’Europa dei popoli. La crisi della politica si instaura in quanto la politica riguarda il<br />

“palazzo” e non viene sentita come una risorsa per migliorare la propria condizione di vita. La<br />

logica della globalizzazione e della tecnocrazia ha portato ad una mancanza di fiducia in una<br />

politica che possa cambiare le cose, presentando idee e progetti di cambiamento. Le Pen è<br />

stato definito “una rozza stufa che riscalda una fredda politica”. In effetti, ascoltando i suoi<br />

discorsi pieni di calore e vicini ai bisogni dei “metalmeccanici, operai e operaie, agricoltori,<br />

vittime dell’insicurezza, qualunque sia la loro razza e religione”, si può capire come questo<br />

“uomo del popolo, vicino a quelli che soffrono”, come lui si definisce, possa strappare voti a<br />

destra e a sinistra. “Voglio costruire l’unità e la sicurezza” afferma e chi lo ascolta sostiene<br />

che questo personaggio è fermo, ma tranquillizzante. Le Pen afferma: “Io sono il candidato<br />

del popolo; Chirac è il candidato del palazzo, dell’establishment”. Ma Chirac incalza con<br />

parole taglienti il 23 aprile 2002: “Di fronte all’intolleranza e all’odio non c’è confronto o<br />

dibattito possibile”.<br />

La politica è anche idealità<br />

Ciò che sconcerta maggiormente è forse il fatto che la sinistra era sicura di vincere, in<br />

quanto era sicura di aver governato bene, mediando le contraddizioni per vincere. Dicevano<br />

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