IL PENSIERO ADOLESCENTE DI HITLER - Gigliolazanetti.eu
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fiamma ossidrica baderà alle casseforti, gli atleti saranno incaricati di regolare i conti con le<br />
bande rivali ecc…<br />
Una tale organizzazione ha il vantaggio di ridurre le possibilità di conflitto e in modo<br />
particolare di evitare le rivalità tra i leaders. Anche se uno domina più nettamente degli altri,<br />
ognuno ha la propria sfera di attività, all’interno della quale può dar prova di iniziativa, e che<br />
gli conferisce dei poteri sufficientemente estesi perché egli abbia il sentimento della potenza.<br />
Per quanto riguarda i più deboli, l’unità esistente nel gruppo è tale che essi si<br />
identificano con i più forti che lo dirigono e non hanno affatto coscienza di avere un ruolo di<br />
secondo primo. Come succede al bambino egocentrico – nel significato attribuito da Piaget –<br />
di cinque o sei anni, che non fa una distinzione precisa tra se stesso e gli altri , e crede di<br />
dirigere le attività del gruppo, mentre in realtà non fa che imitare le direttive di altri, il<br />
soggetto più debole della banda si accoda senza provare la sensazione di essere un semplice<br />
gregario.<br />
LA RECIPROCITÀ NEL <strong>DI</strong>ALOGO<br />
La concentrazione dell’adolescente sul suo mondo, con il suo bisogno di originalità, di<br />
affermarsi e di distinguersi, di stupire e di scandalizzare , di comunicare segretamente tra<br />
iniziati con l’uso di un linguaggio ermetico, destinato esclusivamente agli “ adepti”,<br />
rappresenta una “strategia “ più o meno consapevole per escludere l’adulto e sentirsi un essere<br />
a parte, superiore. Il comportamento da cospiratore soddisfa i fantasmi di onnipotenza e il<br />
gusto per il misterioso e l’esoterico. Anche la calligrafia del tutto “personale”, che copia<br />
quella delle persone ammirate, con anelli di lettere enormi e complicate, gambe di lettere<br />
smisuratamente allungate ecc…., denota una deliberata volontà di distinguersi. Un mezzo per<br />
ripudiare il bambino che si è stati e farlo sapere a chi ci sta vicino consiste anche<br />
nell’assumere un nome che si ritiene più rispondente a ciò che si vuole o si crede di essere.<br />
C’e’ una relazione tra questi atteggiamenti e i tentativi dell’adolescente per affermarsi<br />
come personalità indipendente. Potremmo dire che egli si fabbrica una personalità e una<br />
identità. E’ facile scorgere una connessione tra il narcisismo e la megalomania propri<br />
dell’adolescente e la fondamentale insicurezza che egli prova per ciò che è realmente.<br />
L’utilizzo di un gergo che risulti pressoché incomprensibile a tutti quelli che non<br />
appartengono al gruppo degli “iniziati “ tende a creare un mondo a parte, non penetrabile.<br />
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