IL PENSIERO ADOLESCENTE DI HITLER - Gigliolazanetti.eu
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E grande è stata la gioia manifestata dal Pontefice, che ha voluto dire con forza il suo<br />
no ad ogni violenza e prima di tutto a quella che si ammanta del nome di religione, per cercare<br />
quella pace della quale l'umanità ha bisogno soprattutto ora, e che può essere realizzata solo<br />
attraverso il perdono e la giustizia. Dopo i testimoni di pace, Giovanni Paolo II ha così<br />
rilanciato le parole d'ordine che stanno caratterizzando le sue affermazioni successive all'11<br />
settembre: di fronte ai "conflitti che tengono in apprensione il mondo", ha ribadito che i due<br />
pilastri sui quali poggia la pace sono l'impegno per la giustizia e la disponibilità al perdono.<br />
"Ancora una volta noi, insieme qui riuniti - ha detto il Papa - affermiamo che chi utilizza la<br />
religione per fomentare la violenza ne contraddice l'ispirazione più autentica e profonda. È<br />
doveroso, pertanto, che le persone e le comunità religiose manifestino il più netto e radicale<br />
ripudio della violenza, di ogni violenza, a partire da quella che pretende di ammantarsi di<br />
religiosità, facendo addirittura appello al nome sacrosanto di Dio per offender l'uomo”.<br />
Magia trasformativa<br />
E no alla violenza, sì al dialogo, amicizia, difesa dei poveri, giustizia, solidarietà con<br />
chi soffre sono state le parole d'ordine di tutti gli altri leader religiosi. Il musulmano Salam<br />
Abushukhaidem ha invitato a "non considerare quanto ci differenzia come un muro<br />
invalicabile". Gli ha fatto eco il musulmano Ghomi: "Ci impegniamo a far nostro il grido di<br />
chi non si rassegna alla violenza e al male". Poi, il rabbino Samuel René Sirat ha pronunciato<br />
l'impegno a "chiedere ai responsabili delle nazioni di fare ogni sforzo perché, a livello<br />
nazionale e internazionale, si edifichi e si consolidi sul fondamento della giustizia un mondo<br />
di solidarietà e di pace".<br />
Dobbiamo chiederci se è più importante la terra o la vita delle persone: lo dice il<br />
rabbino Israel Singer modificando, a braccio, l'intervento preparato per l'appuntamento di<br />
Assisi. "Dovete dire ai vostri popoli e noi al nostro, tutti noi, tutti noi, - dice con forza - che<br />
dobbiamo domandare se la terra o un luogo è più importante della vita delle persone. Finché<br />
non impariamo a fare queste domande non ci sarà pace". E se il rabbino rivendica alla propria<br />
religione di essere "centrata sui concetti di pace", altrettanto fa l'islamico Mohamed Tantawi,<br />
che rende omaggio "allo Stato del Vaticano per il suo lodevole sostegno nei confronti del<br />
popolo palestinese".<br />
Le tensioni del conflitto mediorientale affiorano, così, durante la Giornata della pace,<br />
ma è lo stesso esponente della prestigiosa università di Al Azhar ad affermare che "le religioni<br />
predicano tutte i valori dell'etica come l'umiltà, la giustizia, la pace e la prosperità, come pure<br />
lo scambio di tutte le azioni benefiche autorizzate da Allah, la cooperazione tra tutti i popoli<br />
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