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IL PENSIERO ADOLESCENTE DI HITLER - Gigliolazanetti.eu

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moderata e impegnata. L’invito al dialogo, al confronto serrato, ma sereno che consente al<br />

paese di attuare le riforme di cui ha bisogno è un antidoto alle spaccature del Paese, anche se i<br />

lavoratori hanno il diritto di esprimere il loro parere in materia di riforme che riguardano il<br />

lavoro.<br />

Il richiamo all’identità<br />

Queste riflessioni ci offrono una chiave di lettura di quanto avviene in altri Paesi<br />

<strong>eu</strong>ropei. Ad esempio, per comprendere le scelte politiche degli elettori francesi nel 2002,<br />

occorre rifarsi non solo al richiamo del benessere economico e materiale, ma anche al bisogno<br />

del senso dell’identità e dei valori, che corrispondono ad una fase evolutiva dell’individuo e<br />

delle nazioni in linea con l’archetipo del Cercatore e del Creatore. La “rivoluzione francese”<br />

del 2002, con i due candidati di destra e di estrema destra che si contendono la presidenza<br />

della Francia, più che un’opzione di destra, rappresenta una reazione al centralismo e allo<br />

stalinismo della sinistra, che concepisce la politica come ruolo ideologico dello Stato, mentre<br />

il liberalismo sancisce la fine di questo ruolo e la pratica della libertà senza che lo Stato ne<br />

determini di autorità i contenuti.<br />

Lo Stato come organo etico della società e come facitore della società, che provvede ai<br />

bisogni dei cittadini, ma al tempo stesso ne regolamenta la vita e impedisce loro di crescere<br />

come individui autonomi, sia pure nella solidarietà con gli altri, è “costretto” ora a fare i conti<br />

con chi ha votato per l’ala estrema di Le Pen, condividendone il richiamo all’identità, contro<br />

sicurezza.<br />

l’appiattimento e il grigiore della mancanza di punti di riferimento forti, che diano<br />

Gianni Baget Bozzo ha scritto, sul Giornale del 24 aprile 2002, un articolo intitolato<br />

“La République della noia” in cui esamina la fine del ruolo ideologico dello Stato, come si è<br />

profilata nelle scelte politiche dei francesi:<br />

Le elezioni francesi sono un terremoto politico; ma sono la ripetizione del terremoto politico<br />

accaduto in Italia. Questa volta l’Italia ha iniziato, la Francia ha seguito. E la logica della vicenda è la<br />

fine politica della socialdemocrazia <strong>eu</strong>ropea. Era pensabile che alla fine del comunismo seguisse la<br />

fine della socialdemocrazia. Era stata la logica degli avvenimenti russi a indicare questa evoluzione:<br />

alla fine del comunismo aveva risposto una svolta nazionale, quella che, iniziata da Eltsin, ora è gestita<br />

in termini chiaramente neoliberali da Putin. Comunismo e socialdemocrazia erano profondamente<br />

legati, era l’uno il filone utopico, l’altra il filone materialista e moderato del marxismo. In ambedue i<br />

casi lo Stato era l’organo di trasformazione etica della società. Il socialismo, come il comunismo,<br />

aveva finalità etiche, pensava allo Stato come organo etico della società.<br />

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