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IL PENSIERO ADOLESCENTE DI HITLER - Gigliolazanetti.eu

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avvertito i cittadini del pericolo di un superstato, di un’Europa neogiacobina basata sulla società<br />

multirazziale che usa quel che resta degli Stati-nazione come cinghie di trasmissione per creare il<br />

nuovo Paradiso terrestre”.<br />

Torniamo al voto francese...<br />

“Siamo sempre lì, non ci siamo allontanati. In Francia hanno capito quello che noi capimmo<br />

tempo prima. Fummo i primi tanti anni fa a capire che l’Italia doveva essere portata fuori da<br />

quell’Europa lontana dal popolo e vicina ai poteri forti. Ecco perché speriamo che Berlusconi sia<br />

all’altezza di essere il leader di questa nuova Europa e cioè il nuovo Carlo Magno. Però...”.<br />

Però?<br />

“Attenti a non sottovalutare il grido del popolo che richiama i politici sul tema<br />

dell’immigrazione”.<br />

Appunto: Le Pen ha vinto facendo leva proprio su quella paura.<br />

“Il voto a Le Pen è un voto trasversale. Ci auguriamo di arrivare al voto delle amministrative<br />

con la nuova legge sull’immigrazione approvata dal Parlamento, senza dar retta ai democristiani che<br />

voglion metter dentro nuove sanatorie come quella delle badanti. È un segnale che i cittadini ci<br />

chiedono”.<br />

Per la Bossi-Fini, il voto francese è una spinta in questo senso?<br />

“Questo risultato è il segnale che l’Europa sta dando. Anche in tema di politiche migratorie.<br />

La nuova legge sull’immigrazione trova il giusto equilibrio tra la spinta interna (la tradizione) e la<br />

spinta esterna (la giusta immigrazione). La legge per non generare paure deve aprire quel tanto che<br />

basta per garantire la via della ragione: la gente non è d’accordo a scardinare la propria identità, il<br />

proprio passato. Chi non lo capisce apre a un’altra soluzione: Le Pen”.<br />

La sinistra, secondo lei, che lezione deve imparare dalla sconfitta dei cugini d’Oltralpe?<br />

“Non so dove potrà andare una sinistra che mette insieme sindacato, giustizialismo, no global<br />

e grande capitale. Ci mancano soltanto i referendari di Segni e poi il film è già visto...”.<br />

Un film ben lontano dal lieto fine.<br />

“Mi ripeto: il successo della Casa delle libertà ha fatto saltare tutto il sistema <strong>eu</strong>ropeo. La<br />

gente non vuole il global che schiaccia il local: vuole l’opposto. Vuole pensare local e agire global,<br />

vuole un modello che non umili la piccola e media impresa. Non vuole aprire all’immigrazione<br />

selvaggia. E soprattutto vuole partecipare alla vita politica”.<br />

L’astensionismo sembra dire però il contrario.<br />

“Questo vale appunto per chi pensa di poter fare a meno del voto popolare. A quel punto la<br />

gente dice: che vado a votare a fare? La Lega è una forza di popolo e non può permettere che il popolo<br />

sia tagliato fuori dalle scelte di governo. Questo noi abbiamo detto sempre e siamo stati tacciati prima<br />

di razzismo e poi di anti<strong>eu</strong>ropeismo”.<br />

Questa intervista ci porta a riflettere sull’operato della Casa delle Libertà che in Italia<br />

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