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IL PENSIERO ADOLESCENTE DI HITLER - Gigliolazanetti.eu

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incurante delle divergenze dal suo pensiero, ha incastrato la Germania in una “unilateralità”<br />

invisa al mondo intero.<br />

Antonio Gramsci, nato a Nuoro, fu uno dei più grandi pensatori comunisti.<br />

Condannato a 20 anni di carcere dal tribunale speciale del fascismo per le sue idee e la sua<br />

attività politica contraria al regime, in carcere scrisse i “Quaderni”, letti ancora oggi in tutto il<br />

mondo. La prigione in cui fu rinchiuso gli diede la libertà di essere se stesso al di là di quella<br />

visione unilaterale e totalizzante del mondo e della politica che egli concepì. Ritengo che, nel<br />

mondo attuale, ci siano uomini e donne prigionieri non dietro le sbarre, in una cella di pochi<br />

metri quadrati, bensì del conformismo inglobante, che dà la sicurezza di essere “a posto”,<br />

come gli altri o più degli altri, ma sempre seguendo il criterio della società dei consumi, in cui<br />

sei “in” se ti vesti in un certo modo o guidi quella certa auto o vivi in una casa di quel certo<br />

genere.<br />

Il problema dell’insicurezza<br />

Nel terzo millennio, la gravità del problema dell’immigrazione e dell’insicurezza<br />

viene percepita da molti anni in Italia, e un partito politico, in particolare, la Lega Nord, si è<br />

fatto portavoce di questo problema, suscitando accuse di razzismo e xenofobia. La Francia<br />

sembra essersi “svegliata” all’improvviso al trillo della sveglia di un esponente maturo<br />

dell’estrema destra, che da anni ripete le stesse cose, senza fare molta presa. Nell’aprile 2002 i<br />

suoi discorsi, che indicano nell’immigrazione la rovina della Francia, all’improvviso portano<br />

alla sconfitta elettorale del socialista Jospin. Si tratta forse di cinica ingratitudine dei francesi<br />

verso un premier che ha governato benissimo in cinque anni di mandato? O non si tratta forse<br />

dell’abitudine delle sinistre di ignorare i bisogni dell’individuo, visto che non contano, perché<br />

ciò che importa è il sociale, la solidarietà e l’istituzione statale, che provvede a tutti i bisogni<br />

degli individui, assistendoli dalla nascita alla morte, ma senza ascoltare la loro “identità”,<br />

perché “sono tutti uguali”? Le sinistre confondono spesso l’“uguaglianza nei diritti” con la<br />

“mancanza di identità” degli individui. La lezione di Le Pen che sposta il pendolo sul lato<br />

opposto, affermando la “disuguaglianza”, è un monito per tutti. Anche la sua posizione è<br />

sbilanciata, perché egli enfatizza la “diversità” sulla base del rapporto dominante/dominato.<br />

Tuttavia, non è il colore della pelle o la razza o la religione che dovrebbe costituire il<br />

parametro di confronto - per rilanciare l’apartheid - bensì la personalità dell’individuo, come<br />

predicava Martin Luther King, assassinato perché sosteneva l’integrazione di bianchi e neri in<br />

America.<br />

Quando John F. Kennedy iniziò la sua campagna elettorale nel 1960, i neri d’America<br />

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