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IL PENSIERO ADOLESCENTE DI HITLER - Gigliolazanetti.eu

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chi domina e chi è dominato. Non c’è spazio per una visione paritaria, simmetrica, empatica<br />

e fraterna. Ciò emerge chiaramente nelle sue dichiarazioni relative al rapporto con altri Stati:<br />

Naturalmente, qualunque statista inglese si sentirà pienamente inglese, ogni americano si<br />

sentirà americano, e nessun italiano si sentirà di fare una politica che non sia quella pro-italiana.<br />

Chiunque pensa di costruire una alleanza con altri Stati su una concezione fraterna dei responsabili di<br />

questi Stati, o è un imbecille o è un bugiardo. La base di un congiungimento degli interessi di popolo<br />

non si fonda sulla stima o sulla simpatia reciproca, ma soltanto sulla sicurezza che tutti gli alleati<br />

abbiano dei vantaggi. Perciò se non è falso che una persona di Stato inglese agirà sempre in<br />

conformità alla politica anglosassone e non a quella tedesca, è anche giusto che alcuni fini di questa<br />

politica anglosassone si congiungano con quelli tedeschi. 7<br />

Prendendo spunto da queste osservazioni di Hitler, si può comprendere meglio perché<br />

l’Europa, dilaniata da continui “conflitti di interesse”, non sia mai riuscita a trovare<br />

un’integrazione interna. Tutti badavano ai propri interessi egoistici e nazionalistici, senza<br />

prestare la minima attenzione ai valori condivisi, che uniscono, anziché dividere. Il<br />

pangermanesimo fondamentalista di Hitler si proponeva di schiacciare le identità nazionali,<br />

vedendo negli altri Stati <strong>eu</strong>ropei unicamente un territorio appetibile per il cittadino tedesco.<br />

Questa mentalità ha creato un atteggiamento di ostilità verso il popolo tedesco e diviso<br />

l’Europa, dopo la catastrofe della seconda guerra mondiale.<br />

Il seme della discordia è stato gettato da una personalità come quella di Hitler, che<br />

concepiva i rapporti umani in termini di superiore/inferiore (up-down) e non riconosceva<br />

l’identità dell’altro con rispetto. Egli ha tradotto nella sua politica interna ed estera<br />

esattamente quello che lui era come persona. Così, chi pensasse di allearsi con altri Stati<br />

basandosi su una concezione fraterna, era considerato da lui un imbecille o un bugiardo. Solo<br />

il comune vantaggio poteva giustificare un’alleanza tra Stati. Ma in questo modo è<br />

estremamente difficile produrre alleanze stabili, perché ci si cala in una dimensione di<br />

predominio e di competizione, che finisce per generare una guerra permanente, come è<br />

successo in Afghanistan tra le tribù rivali, che si sono massacrate per 20 anni.<br />

Una esasperata competizione tra gli Stati <strong>eu</strong>ropei<br />

D’altro lato, la mentalità tesa a primeggiare e prevaricare sulle altre nazioni è<br />

all’origine dell’incapacità cronica dell’Europa di prendere iniziative di unificazione <strong>eu</strong>ropea.<br />

7 Ibidem, p. 201<br />

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