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IL PENSIERO ADOLESCENTE DI HITLER - Gigliolazanetti.eu

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Se aggiungiamo a questi dati i suoi monologhi, la constatazione che non era molto<br />

socievole, che nella sua cerchia non era possibile esprimere critiche e che “si è innamorato<br />

solo della Germania, del suo cane e della sua automobile”, secondo alcune dichiarazioni,<br />

l’onnipotenza narcisistica di Hitler emerge in modo lampante.<br />

In un’ottica evolutiva, comunque, non va solo evidenziata la psicopatologia sottostante<br />

al potere dittatoriale, ma anche il suo livello evolutivo, come ho evidenziato nel corso del<br />

libro, per far emergere le potenziali vie di uscita dalla dimensione paralizzante e “arretrata”<br />

dell’archetipo in cui sono calati sia il leader che i suoi seguaci. Nel volume “Una paura per<br />

crescere”, ho infatti evidenziato la presenza contemporanea di caratteristiche di personalità sia<br />

nel leader che in coloro che lo sostengono.<br />

Ad esempio, quando un leader è immerso nella dimensione del Guerriero che lotta per<br />

sé o per gli altri allo scopo di vincere o risultare superiore, e in particolare quando dà libero<br />

corso al suo lato Ombra, corrispondente al bisogno di vincere amorale e ossessivo, alla<br />

crudeltà, all’uso del potere a fini di conquista e alla concezione delle differenze come di una<br />

minaccia, se riesce a risvegliare nella sua cerchia questo tipo di risposta, potrà creare un<br />

partito o un movimento che rispecchia le stesse caratteristiche del leader. Si crea una sorta di<br />

sintonia o di identificazione tra leader e seguaci.<br />

Così, la concezione delle differenze come di una minaccia, al tempo di Hitler, ha<br />

assunto la configurazione dell’antisemitismo, in nome della purezza della razza ariana, anche<br />

se qualcuno può pensare che gli ebrei costituivano un’autentica minaccia per la nazione<br />

tedesca, in quanto rappresentavano uno stato dentro lo Stato e determinavano le sorti<br />

dell’Economia in quanto banchieri, commercianti e liberi professionisti che agivano nei punti<br />

vitali della nazione.<br />

Qualcuno può forse obiettare che la lotta contro i comunisti non è spiegabile con lo<br />

stesso criterio impiegato con l’antisemitismo, in quanto il comunismo è un’ideologia che si è<br />

impiantata nell’URSS, non in Germania. E inizialmente Hitler stabilì un patto di non-<br />

aggressione con Stalin. Ma poi il lato Ombra di Hitler, e non solo motivazioni di sfida e di<br />

confronto con un grande ostacolo, gli suggerì di attaccare la Russia. Egli spronò i suoi seguaci<br />

a combattere il bolscevismo, che a suo avviso rappresentava una minaccia per l’Europa. Nei<br />

suoi piani di conquista militare anche la Russia doveva far parte dell’impero tedesco. L’uso<br />

del potere a fini di conquista piuttosto che la concezione delle differenze come minaccia,<br />

sembra aver agito da stimolo all’azione militare di Hitler nei confronti della Russia.<br />

L’ideologia comunista, diametralmente opposta a quella nazista per molti aspetti, anche se<br />

tragicamente simile nelle conseguenze, veniva comunque percepita come una minaccia per<br />

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