IL PENSIERO ADOLESCENTE DI HITLER - Gigliolazanetti.eu
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Israele giustificando politicamente gli attentatori; secondo lui, infatti, “Il nemico – Israele –<br />
occupa le loro terre e calpesta la loro dignità”.<br />
Le sue dichiarazioni, però, si spingono ben oltre: l’ex rettore dell’università di al-<br />
Azhar dichiara che, sebbene sia deprecabile l’attentato che volutamente colpisce luoghi<br />
frequentati da donne e bambini, la santità dei kamikaze non è intaccata dalla loro morte<br />
poiché “non è possibile distinguere tra le vittime di un attentato”.<br />
Solo pochi mesi fa avevamo potuto apprezzare le parole molto pacate di Tanaoui<br />
espresse nel convegno di Alessandria: “L’uccisione di vittime innocenti eseguita in nome di<br />
Dio – affermava – è un sacrilegio del Santo nome di dio e offende tutte le religioni del<br />
mondo”.<br />
Questo discorso aveva non poco irritato le frange estremiste dell’Islam. Questa volta,<br />
evidentemente, lo sceicco ha preferito illustrare senza alcuna diplomazia il volto più<br />
belligerante dei musulmani.<br />
<strong>DI</strong>VENTARE IN<strong>DI</strong>VIDUI EVOLUTI<br />
Visitai Israele verso la fine degli anni ’80 andando a Tel Aviv, Gerusalemme,<br />
Betlemme, Massada, ecc. e soggiornando nei kibbutz. Ne ebbi un’ottima impressione, per cui<br />
acquistai una stella di Davide d’oro e feci incidere il mio nome in ebraico in un monile d’oro<br />
da appendere ad una catenina. All’aeroporto di Tel Aviv un’operatrice del check-in mi chiese<br />
se ero un’ebrea tedesca, forse per il mio aspetto. “In questa vita sicuramente no” fu la mia<br />
risposta. Ricordo che, passando vicino ad un campo profughi palestinese, un componente del<br />
nostro gruppo di turisti osservò: “Gli israeliani hanno fatto ai palestinesi quello che Hitler ha<br />
fatto con loro”. Essendo una psicoterap<strong>eu</strong>ta, feci immediatamente il collegamento con i<br />
meccanismi che intervengono nel sado-masochismo, per cui la vittima si trasforma in<br />
carnefice, appena si trova in una condizione di “potere”.<br />
Sharon dice “no” per la terza volta alla missione dell’ONU, bloccata a Ginevra, che<br />
intende verificare se a Jenin gli israeliani hanno compiuto un massacro nell’aprile 2002.<br />
Romano Prodi il 30 aprile 2002 dice in televisione che la posizione di Israele è inaccettabile:<br />
“Se Sharon si ostina a rifiutare - osserva – ci fa pensare che ha qualcosa da nascondere”.<br />
Sharon parla di Jenin come di un “covo di terroristi”, mentre i palestinesi la definiscono “città<br />
martire”.<br />
Per uscire da questa spirale di violenza, bisogna diventare “individui” così evoluti da<br />
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