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IL PENSIERO ADOLESCENTE DI HITLER - Gigliolazanetti.eu

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Il cinema, la televisione, le riviste illustrate dettano a tutti i giovani del mondo,<br />

attraverso i loro idoli, la moda da seguire nel vestirsi e nel pettinarsi, se non addirittura nel<br />

pensare. Questa eccentricità diventata, come ogni altra cosa ai giorni nostri, un fenomeno di<br />

massa, una eccentricità di gruppo propria di tutta una classe di età, in un certo senso una<br />

“eccentricità nel conformismo”.<br />

Il gruppo stesso si comporta come un adolescente: si hanno reazioni e atteggiamenti<br />

identici, ma su un primo collettivo.<br />

La ricerca dell’originalità si incontra, a livelli diversi, in tutti gli adolescenti. Essa<br />

manifesta il bisogno di spezzare tutti i modelli precedenti, di allontanarsi da quello che si era<br />

e non si è più, dai genitori, dall’ambiente. Questo bisogno di originalità si manifesta<br />

nell’abbigliamento, nel comportamento, nella scrittura, nelle idee. L’adolescente si sente<br />

diverso dagli altri ma vuole anche esserlo, vuole cioè essere diverso dagli adulti che lo<br />

circondano.<br />

In questo periodo è facile che il giovane sia affascinato da ideologie di estrema destra<br />

o sinistra, che si conformano all’assolutismo idealistico della sua mentalità. Così non<br />

infrequentemente si assiste a un’ ”infatuazione” per la figura di Hitler e il Mein Kampf, o<br />

viceversa, per Marx e Il Manifesto.<br />

Queste figure che rappresentano i poli estremi di due ideologie contrapposte si<br />

prestano ad essere assunte come simboli delle negazioni dei valori e delle idee ricevute in una<br />

società democratica.<br />

C’è poi un secondo tempo durante il quale la crisi si organizza in profondità. Come in<br />

ogni rivoluzione, ad un capovolgimento dell’ordine stabilito succede un periodo di<br />

assestamento che prelude ad un ordine nuovo, così a partire dai 16 anni, si ha in genere un<br />

periodo di riflessione e di approfondimento, durante il quale il processo di introspezione si<br />

intensifica. Anziché affermarsi esternamente sul piano del comportamento, l’lo si rivela<br />

dall’interno e si esalta nel segreto della coscienza. Questa fase è stata anche chiamata “età del<br />

culto dell’Io”, dalla quale uscirà un essere cosciente della sua individualità, maturo per<br />

affrontare l’avvenire e le sue responsabilità di adulto. E’ utile sottolineare che l’intensità e la<br />

profondità di questa presa di coscienza riflessa variano a seconda della personalità, del<br />

carattere, del passato, dell’intelligenza di ciascuno. Certi individui rimangono tutta la vita<br />

degli adolescenti, ribelli o meno, per non avere operato questo ritorno in se stessi ed anche,<br />

spesso, per non aver saputo ad un certo momento staccarsi dal gruppo. Perché esiste<br />

effettivamente un’età delle bande, almeno per i ragazzi, che però bisogna superare per non<br />

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