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IL PENSIERO ADOLESCENTE DI HITLER - Gigliolazanetti.eu

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1944, da quando era ancora un bimbo, Franco Lanzarini ha i capelli bianchi. “Ma se anche è<br />

arrivato tardi – spiega – il gesto di Rau è molto importante. È una svolta, significa che è tutta<br />

la nazione tedesca che chiede perdono, non più i singoli che hanno ucciso”.<br />

Francesco Piretti si salvò nascondendosi nell’oratorio di Cerpiano. “Ero insieme con<br />

una bambina e una suora – ricorda – Se chiudo gli occhi rivedo chiaramente tutto quell’orrore.<br />

Sono passati quasi sessant’anni, ormai mi ero rassegnato. Però questo gesto tedesco lo<br />

apprezzo moltissimo. Perdono la Germania, ma non mi si chieda di perdonare pure quelli che<br />

sono venuti quassù a massacrare mia madre e mia sorella. Ho sentito le interviste a quei<br />

quattro nazisti che hanno rintracciato, ho visto come sorridevano, come dicevano di avere<br />

soltanto obbedito agli ordini. Ebbene, io quelli non ce la faccio a scusarli”. I due presidenti<br />

firmano registri, depongono corone, stringono mani, abbracciano parenti e superstiti. “Una<br />

folle ideologia luciferina – dice Ciampi – ha portato questo scempio. Il ricordo deve restare<br />

vivo. Mai più deve succedere. Oggi siamo tutti <strong>eu</strong>ropei, soli con i nostri ricordi e forti dei<br />

valori della nostra civiltà. Mai più odio e sangue tra i popoli di Europa”. Ciampi ha parlato<br />

dell’Europa “federazione di Stati, nazione autorevole e libera”. Qui, nel cuore dell’Appennino<br />

bolognese, su quella che cinquant’anni prima era la Linea gotica, si corona “il lungo viaggio<br />

al termine degli orrori” che il capo dello Stato ha iniziato tre anni prima, subito dopo<br />

l’insediamento al Quirinale.<br />

Un itinerario “non retorico” per rileggere alcune pagine della nostra storia e per<br />

rinsaldare i vincoli dell’unità nazionale. Dal Risorgimento alla Resistenza, seguendo il filo del<br />

sentimento dell’amor di patria, che ha portato Ciampi a rivalutare tutti i simboli della<br />

Repubblica: il Vittoriano, il tricolore, l’inno di Mameli, la sfilata del 2 giugno.<br />

La lotta per la libertà, questo è il senso di tutte le esternazioni di Ciampi, non è<br />

patrimonio di una parte sola, ma dell’intera comunità nazionale.<br />

Non si deve avere paura di riconoscere le colpe del passato. Rau, presidente della<br />

Repubblica federale tedesca, lo ha appena fatto a Marzabotto davanti al presidente Ciampi. Ha<br />

chiesto scusa a nome della Germania per qualcosa che non ha commesso personalmente, ma<br />

che ha offuscato l’immagine di una nazione e di un popolo. È un momento importante nella<br />

storia dei tedeschi e degli italiani. Non conta che dai giorni delle stragi siano trascorsi 58 anni,<br />

ma che la memoria non venga cancellata in un tempo in cui si tende a mascherare il passato, a<br />

camuffarlo con le esigenze del presente, talvolta addirittura a negarlo. La pace e il futuro in<br />

qualsiasi parte del mondo si costruiscono con la piena consapevolezza del passato.<br />

Marzabotto fu la tappa più sanguinosa di un viaggio dell’orrore che il maggiore delle<br />

SS Walter Reder intraprese con la sua divisione corazzata nel Valdarno mentre finiva l’estate<br />

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