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IL PENSIERO ADOLESCENTE DI HITLER - Gigliolazanetti.eu

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ma è la manifestazione di una comune volontà di sopravvivere. Perciò, nella lotta della nuova idea che<br />

obbedisce all’originario significato della realtà, troveremo solamente pochi compagni in un mondo che<br />

non solo materialmente, ma sovente, per sfortuna, moralmente, è privo di vigore. Solo individui<br />

eccezionali, vecchi dal cuore giovane e dall’intelligenza rimasta viva, si uniranno a noi da quei ceti,<br />

ma non quelli che riconoscono come missione della propria esistenza di mantenere una situazione già<br />

in atto. Abbiamo di fronte la smisurata schiera non tanto dei malvagi e dei cattivi, quanto degli<br />

indolenti, degli insensibili, di quelli che si preoccupano di mantenere in vita la situazione presente.<br />

L’urlo di lotta, che fa fuggire gli animi gretti o li intimorisce, diviene il segno convenzionale per<br />

indicare la raccolta dei veri caratteri battaglieri. Ma proprio perché sembra che la nostra lotta non<br />

abbia possibilità di successo, ci appare più grande la nostra alta missione e l’eventualità del successo. 29<br />

I principi-chiave dell’educazione<br />

Così “lo Stato nazionale, nella sua opera di educazione deve dare la massima<br />

importanza, insieme all’educazione del corpo, a quella del carattere”. Secondo Hitler, molte<br />

“malattie morali” della nazione del suo tempo possono essere annientate o attenuate da<br />

un’educazione di questo tipo, di cui egli elenca i principi-chiave:<br />

Nei nostri tempi, nella scuola, è inesistente l’evoluzione conscia di belle e nobili qualità di<br />

carattere. A tale evoluzione si dovrà dare in futuro un grande valore. Fedeltà, dedizione, silenzio sono i<br />

valori di cui una grande nazione ha bisogno: inculcarli e migliorarli nella scuola è più necessario di<br />

molte altre cose che nel presente riempiono i nostri programmi di insegnamento.<br />

Ci si deve anche occupare di insegnare a rinunciare a noiosi lamenti, ai pianti di dolore, ecc.<br />

Se un’educazione tralascia di insegnare al fanciullo a subire con dignità i dolori e le ingiustizie, non<br />

deve meravigliarsi, in seguito, in un momento critico, per esempio quando il bambino diventato<br />

grande andrà al fronte, il servizio postale non sarà utile a niente altro che a missive lamentose e<br />

piagnucolose. Se nelle nostre scuole si inculcasse nel giovane meno nozione e maggiore autocontrollo,<br />

si sarebbero avuti buoni risultati nel 1915-’18. Così lo Stato nazionale, nella sua opera di educazione<br />

deve dare massima importanza insieme all’educazione del corpo a quella del carattere. Molte malattie<br />

morali che ha la nostra nazione oggi, possono essere annientate o molte attenuate da una educazione di<br />

questo tipo.<br />

Di massimo valore è l’educazione delle capacità di volere e della determinazione e la cura<br />

della gioia della responsabilità. Un tempo era in vigore nell’esercito il detto che un ordine è meglio di<br />

nessun ordine, per la gioventù deve avere grande importanza questa massima. È sempre meglio una<br />

risposta di nessuna risposta. La reticenza nel rispondere, per il timore di non dire la verità, deve essere<br />

più mortificante d’una risposta sbagliata. Partendo da queste considerazioni di base si devono educare<br />

29 Ibidem, pp. 26-27<br />

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