IL PENSIERO ADOLESCENTE DI HITLER - Gigliolazanetti.eu
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di fare attenzione nell’attraversare la strada molto trafficata. Al calar della sera non era ancora<br />
rientrato e così decisi di andare a prenderlo in auto. Sbirciando lungo i marciapiedi, mi accorsi<br />
che si stava incamminando verso casa. Gli suonai ed egli mi raggiunse, salendo in auto. Gli<br />
feci notare che era già buio e non poteva restare in giro per la città da solo col buio. Egli<br />
obiettò: “ Ma ci sono le luci dappertutto e io sono responsabile!” Era la prima volta che usava<br />
il termine “responsabile” per autodefinirsi e constatai con soddisfazione che i semi sparsi<br />
sull’utilità di assumersi le responsabilità della propria vita stavano dando i loro frutti.<br />
L’affermarsi del pensiero coincide con un rinnovarsi dell’immaginazione alimentata<br />
dall’effervescenza dell’affettività e da una vita sentimentale intensa. Questa coincidenza<br />
spiega in parte la difficoltà di adattamento al reale da parte dell’adolescente. Poiché la realtà è<br />
irta di spine, si sente incompreso e tenuto in una condizione di dipendenza insopportabile che<br />
intralcia i suoi tentativi di emancipazione e di affermazione di sé, e lo riporta continuamente<br />
alla sua debolezza.<br />
Le fantasie di onnipotenza<br />
Una giovane donna venuta da me per essere aiutata a risolvere i suoi problemi, ricorda<br />
che a 15 anni faceva spesso un sogno: saliva delle scale a chiocciola poco illuminate. La fatica<br />
di salire era tale che si svegliava stanca.<br />
Lo sforzo di crescere, di evolvere da un livello primitivo e grezzo ad uno più maturo è<br />
simile a quello del bruco che si avviluppa in un bozzolo in vista della sua trasformazione in<br />
farfalla. Con il bozzolo, la farfalla si sbarazza anche dei suoi sostegni, delle sue difese e può<br />
volare, trovandosi in una dimensione completamente nuova di colori, di suoni , di spazio<br />
aperto, mentre i confini si sono immensamente allargati.<br />
L’adolescente cerca di ipercompensare nella fantasia i suoi sentimenti di inferiorità e<br />
di insicurezza. I suoi fantasmi di onnipotenza, che ricordano quelli dei bambini di cinque o sei<br />
anni, testimoniano il narcisismo e la megalomania tanto caratteristici dell’adolescenza o, più<br />
esattamente, della prima fase di essa. Essi mostrano anche gli atteggiamenti estremi entro i<br />
quali l’adolescente oscilla nei confronti di se stesso. Ma giunge il momento in cui il sogno<br />
sfocia nel reale e crollano le frontiere tra il primo e il secondo: la tendenza alla<br />
confabulazione e alla mitomania, la perdita di contatto con la realtà costituiscono uno dei<br />
pericoli che insidiano l’adolescente.<br />
Accade anche che il sentimento di inferiorità, anziché essere ipercompensato nelle<br />
fantasie di potenza, lo sia nella realtà: il bisogno di potenza passa direttamente all’azione, con<br />
il meccanismo che si riscontra in numerosi casi di delinquenza giovanile.<br />
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