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IL PENSIERO ADOLESCENTE DI HITLER - Gigliolazanetti.eu

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In Europa occidentale ci fu il tentativo di realizzare la socialdemocrazia come il successore del<br />

marxismo, dimenticando l’insegnamento russo: in Russia era caduto non solo il ruolo utopico e<br />

rivoluzionario dello Stato, ma anche quello dello Stato come facitore della società. Ciò che emerse da<br />

questo grande collasso furono i principi classici di libertà e di proprietà, il concetto di società civile, il<br />

ruolo strumentale dello Stato. La libertà non apparve limitata all’ambito spirituale e politico ma<br />

divenne anche la forma della società materiale.<br />

Il marxismo di oggi chiama il liberalismo come “pensiero unico” esattamente perché lo<br />

concepisce nel modo in cui il marxismo intende la politica, cioè come ruolo ideologico dello Stato,<br />

mentre il liberalismo dopo il comunismo rappresenta proprio la fine del ruolo ideologico dello Stato.<br />

Lo Stato liberale del 2000, diversamente da quello ottocentesco, è chiamato a rendere possibile<br />

l’esercizio della libertà, senza determinarne di autorità propria i contenuti.<br />

Il socialismo di Jospin si era posto come socialismo etico realizzatore della giustizia sociale,<br />

riformatore del mercato: la legge delle 35 ore fu uno degli esempi più significativi della natura<br />

ideologica del socialismo francese. Per fare questo aveva bisogno di mantenere un contatto con i filoni<br />

utopici del marxismo: i verdi, i comunisti, i no global, i trotzkisti. Doveva cioè mantenere intatto il<br />

filone utopico nel suo seno solo al prezzo di rifiutare il sovietismo, che era ben ovvio.<br />

Le cose apparirono più chiare quando si seppe che Jospin, da segretario del Ps era rimasto<br />

iscritto ad un gruppo trotzkista. Uno scandalo significativo perché rivelatore. La socialdemocrazia era<br />

composta di un filone utopistico e di un filone statalista; ambedue sconfitti dalla controrivoluzione russa<br />

del ’91. In Italia questo era accaduto prima nei medesimi termini; Berlusconi, lungi dal costituire<br />

l’eccezione, aveva predeterminato la regola. Con ciò è entrata in crisi tutta la macchina della politica<br />

francese del secolo scorso; la maggioranza repubblicana non comprende i socialisti, la minoranza<br />

nazionale non comprende più i gollisti.<br />

Queste elezioni “noiose” hanno prodotto una rivoluzione che rompe la continuità<br />

repubblicana, costituiscono la naturale premessa della sconfitta della socialdemocrazia tedesca, di cui i<br />

risultati della Sassonia, che hanno visto i socialisti ridotti anche lì a terzo partito, sono un segno chiaro.<br />

La scelta di Le Pen è un sintomo del bisogno di dare un nuovo corso alla politica<br />

francese attraverso le riforme. Il combattere la disuguaglianza e dare il senso del combattere,<br />

impersonato dai trotzkisti, è un altro segnale del bisogno di scelte “non tiepide”.<br />

Si tratta di uno “schiaffo” salutare alla sclerotizzata scena politica francese che sblocca<br />

finalmente un processo di riforma economica indispensabile e finora disatteso: è questa<br />

l’interpretazione dei risultati del primo turno delle elezioni presidenziale francesi offerta<br />

dall’edizione <strong>eu</strong>ropea del Wall Street Journal. “Il voto – afferma il quotidiano statunitense – è<br />

la sveglia di cui la Francia aveva bisogno, e adesso le riforme economiche appaiono<br />

finalmente indispensabili tanto agli occhi della sinistra che della destra”. Dando per scontata<br />

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