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IL PENSIERO ADOLESCENTE DI HITLER - Gigliolazanetti.eu

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La legislazione del periodo corporativo si affaccia con i Regi Decreti del 1934. Si<br />

tratta della prima forma di “tutela” della donna, che in realtà si rivela antifemminile, in quanto<br />

cerca di relegare la donna all’interno delle pareti domestiche, escludendola dal mondo del<br />

lavoro.<br />

In quel periodo storico c’erano due problemi: denatalità e crescente disoccupazione<br />

maschile. La politica fascista riteneva che solo relegando la donna in casa avrebbe potuto farle<br />

fare figli, attuando così un incremento demografico. La donna contemplata dal fascismo era<br />

sottomessa all’uomo, poco e male istruita, con il compito della maternità. Il fascismo<br />

considerava la famiglia non come un gruppo di individui con una personalità e un “compito<br />

evolutivo”, ma come uno status che serviva per il mantenimento dello Stato etico totalitario,<br />

in cui la famiglia aveva un ruolo di ordine pubblico e di “indottrinamento” della morale<br />

fascista.<br />

Il regime fascista ha promulgato leggi per la tutela psicofisica della donna, lasciando ai<br />

datori di lavoro gli oneri del pagamento della maternità. In tal modo, scoraggiava<br />

indirettamente l’assunzione di donne lavoratrici madri o probabili madri in futuro.<br />

L’articolo 37 della Costituzione italiana, nel primo comma, sancisce che “la donna<br />

lavoratrice ha gli stessi diritti e, a parità di lavoro, le stesse retribuzioni che spettano al<br />

lavoratore”.<br />

Il secondo comma stabilisce che “le condizioni di lavoro devono consentire<br />

l’adempimento della sua essenziale funzione familiare e assicurare alla madre e al bambino<br />

una speciale adeguata protezione”.<br />

Nel primo comma si parla dell’uguaglianza attraverso la parità di retribuzione e nel<br />

secondo comma si parla della specificità della donna nella condizione di madre e, quindi,<br />

della sua diversità. E’ nata una discussione sul termine “essenziale” tra i “padri costituenti”<br />

che hanno elaborato la costituzione. Infatti, per le sinistre “essenziale” era riduttivo, perché<br />

indicava che la funzione della donna è quella di fare figli e di stare a casa. Il modo di vedere<br />

la donna tipico delle destre e dei cattolici conservatori, d’altro lato, lasciava trapelare una<br />

mentalità sostanzialmente “fascista” e “nazista”, con una rigida fossilizzazione nello<br />

svolgimento dei ruoli.<br />

Occorre fare alcune distinzioni. Le donne dell’U<strong>DI</strong> (Unione donne italiane),<br />

notoriamente di sinistra, reclamavano l’emancipazione. Tuttavia, in quanto figlie di una<br />

“cultura fascista”, non erano donne “evolute”, consapevoli delle loro risorse: non avevano<br />

compiuto il loro Viaggio, in quanto erano prigioniere dello stadio dell’Orfano.<br />

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