La Diagnosi di Laboratorio delle Malattie da Protozoi - tutte mappe
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Fase istolitica: l’infezione <strong>da</strong> E.histolytica può talvolta estendersi <strong>da</strong>l lume dell’intestino<br />
ai tessuti <strong>delle</strong> pareti intestinali e in certi casi al fegato e ad altri organi. I trofozoiti,<br />
in questa fase, si presentano nei tessuti nella forma detta istolitica, caratterizzata<br />
<strong>da</strong> un <strong>di</strong>ametro <strong>di</strong> 12-30µ (talvolta fino a 60µ) e <strong>da</strong> una decisa mobilità; gli<br />
pseudopo<strong>di</strong> si espandono e le amebe progre<strong>di</strong>scono in una determinata <strong>di</strong>rezione<br />
allungandosi notevolmente. Nel cieco, nel sigma e nel retto le amebe possono <strong>di</strong>lagare<br />
a raggiera nella sottomucosa, <strong>da</strong>ndo origine a lesioni iniziali caratterizzate <strong>da</strong><br />
necrosi dell’epitelio e della muscolatura dell’intestino. Raggiunta la sottomucosa, le<br />
amebe si moltiplicano attivamente determinando ulcere “a fiasco” (più estese in profon<strong>di</strong>tà<br />
che in superficie). Il processo necrotico, talora, si estende interessando le<br />
arterie e oltrepassando lo strato muscolare possono aver luogo perforazioni, gravi<br />
emorragie e ascessi peritoneali. <strong>La</strong> perforazione della cavità peritoneale favorisce il<br />
passaggio <strong>delle</strong> amebe al sangue; <strong>di</strong> qui possono raggiungere il fegato (determinando<br />
ascessi epatici) o il polmone (ascessi polmonari) o il cervello (ascessi cerebrali). Le<br />
localizzazioni extraintestinali seguono quasi sempre un’infezione intestinale (però<br />
non <strong>di</strong> rado possono sembrare primitive).<br />
L’amebiasi invasiva, sia intestinale nelle forme acuta e cronica, sia extraintestinale,<br />
provoca una risposta immunitaria.<br />
Nell’amebiasi epatica (la forma più comune <strong>di</strong> amebiasi extraintestinale) il quadro clinico<br />
si manifesta improvvisamente, o, al massimo preceduto <strong>da</strong> vaghi <strong>di</strong>sturbi <strong>di</strong>gestivi.<br />
I sintomi più comuni sono febbre irregolare, epatomegalia, dolore all’ipocondrio<br />
destro irra<strong>di</strong>ato alla spalla destra, compromissione dello stato generale e talora<br />
sudorazione e tosse.<br />
Le in<strong>da</strong>gini routinarie <strong>di</strong> laboratorio evidenziano leucocitosi neutrofila, anemia normocromica<br />
e iperglobulinemia. Le in<strong>da</strong>gini specifiche consistono nella evidenziazione<br />
dei trofozoiti amebici nell’aspirato cistico (<strong>di</strong> color bruno-cioccolato) e nella ricerca<br />
nel siero e nel sovranatante dell’aspirato cistico <strong>di</strong> anticorpi specifici con meto<strong>di</strong><br />
IHA, IFI ed ELISA.<br />
I sintomi dell’amebiasi polmonare sono caratterizzati <strong>da</strong> marcata dolenza toracica<br />
con tosse ed espettorazione densa color cioccolato (contenente trofozoiti). Per la <strong>di</strong>agnosi<br />
si ricorrere alla ricerca dei trofozoiti nell’espettorato oltre che alla ricerca nel<br />
siero degli anticorpi specifici.<br />
Le cisti rappresentano le forme <strong>di</strong> resistenza responsabili <strong>delle</strong> nuove infezioni. Esse<br />
possono sopravvivere per ore sulle mani, che costituiscono il veicolo più insi<strong>di</strong>oso <strong>di</strong><br />
infezione, e per alcuni giorni sugli alimenti contaminati. Gli addetti alla manipolazione<br />
e confezione <strong>di</strong> alimenti dovrebbero, perciò, essere attentamente controllati; le<br />
mosche possono trasportare le cisti ancora vive sugli alimenti. Le carenze igienico<br />
sanitarie ed il clima caldo umido (che favoriscono la sopravvivenza <strong>delle</strong> cisti), sono<br />
fattori favorenti la <strong>di</strong>ffusione.<br />
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