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La Diagnosi di Laboratorio delle Malattie da Protozoi - tutte mappe

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formazione degli sporozoiti. Gli sporozoiti, raggiunta la maturazione sono gran<strong>di</strong><br />

2,2 - 0,8 µ e presentano una morfologia piriforme, alcune centinaia <strong>di</strong> sporozoiti vengano<br />

depositati nel derma, dell’ospite vertebrato durante il pasto ematico.<br />

Gli sporozoiti invadono i linfociti e si <strong>di</strong>fferenziano in schizonti multinucleati che successivamente,<br />

per gemmazione, <strong>da</strong>nno origine a merozoiti che lisano la cellula ospite<br />

e invadono i globuli rossi, evento che si verifica anche per gli sporozoiti <strong>delle</strong> specie<br />

<strong>di</strong> Babesia che non hanno uno sta<strong>di</strong>o preeritrocitario. Il microorganismo penetra nel<br />

globulo rosso tramite un fenomeno d’invaginazione, con formazione d’un vacuolo<br />

parassitoforo la cui membrana va incontro a <strong>di</strong>sgregazione con liberazione del parassita<br />

piriforme. All’interno del globulo rossi i merozoiti o gli sporozoiti si trasformano<br />

in trofozoiti che, <strong>di</strong>videndosi per scissione binaria, <strong>da</strong>nno origine a dei merozoiti (fino<br />

a quattro per volta).<br />

I merozoiti, visti al microscopio ottico, possono assumere varie forme, <strong>da</strong> quelle ad<br />

anello fino a quella, più tipica <strong>di</strong> Babesia, d’una croce maltese.<br />

Alcuni trofozoiti, invece, aumentano <strong>di</strong> <strong>di</strong>mensioni e, dopo essere stati ingeriti <strong>da</strong> una<br />

nuova zecca, nel suo intestino <strong>da</strong>nno origine a dei gametociti che, una volta usciti <strong>da</strong>i<br />

globuli rossi, si sviluppano a formare i gameti.<br />

<strong>La</strong> localizzazione nell’ospite vertebrato è nelle emazia, mentre nell’ospite invertebrato<br />

è nelle cellule intestinali, nelle ghiandole salivari e negli ovociti.<br />

Si osserva nell’uomo un contagio stagionale che va <strong>da</strong> maggio-settembre, in relazione<br />

alla maggiore probabilità <strong>di</strong> essere a contatto con le zecche.<br />

RACCOLTA DEL CAMPIONE<br />

Diagnosticare una piroplasmosi può risultare complicato a causa dei suoi sintomi<br />

poco specifici.<br />

Si dovrebbe iniziare con un’anamnesi accurata che rilevi una storia <strong>di</strong> viaggi in aree<br />

endemiche e <strong>di</strong> eventuali punture <strong>di</strong> zecca. Si deve anche avere informazioni su eventuali<br />

trasfusioni effettuate in tempi recenti e sull’effettuazione d’una splenectomia.<br />

Il prelievo deve essere fatto prima che il paziente inizi il trattamento terapeutico<br />

tenendo presente che i parassiti sono generalmente più numerosi nel sangue durante<br />

l’accesso febbrile.<br />

<strong>La</strong> raccolta del campione è simile a quella effettuata per la ricerca del plasmo<strong>di</strong>o,<br />

quin<strong>di</strong> per ogni in<strong>di</strong>viduo, si devono allestire almeno una goccia spessa e uno striscio<br />

per la ricerca del protozoo.<br />

<strong>La</strong> goccia spessa e gli strisci sottili vcanno colorati con May-Grumwald Giemsa<br />

descritto in dettaglio nel capitolo generalità.<br />

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